Officine Ferroviarie e Genovesa
Officine Ferroviarie e Genovesa: dopo le chiacchiere che cosa si fa in concreto?
L’incapacità di Tosi e Venturi di assumersi le proprie responsabilità ha ormai raggiunto livelli di vera e propria patologia clinica. Dopo sette anni al governo della città ancora vivono in un clima di perenne campagna elettorale cambiando idea ogni giorno e finendo così per diventare una macchietta di se stessi. Che cosa c’è di scritto, a parte le promesse natalizie di Venturi, sul trasferimento della Genovesa? Niente. Qual’è l’orientamento della giunta sulla richiesta di trasformazione urbanistica delle aree Biasi? Prima le ha ritenute ammissibili ma adesso le rinnega dicendo che è colpa di chi li ha preceduti!
Premesso che durante queste festività sto incontrando lavoratori in cassa integrazione e senza lavoro, una parola che i due politici di professione come Tosi e Venturi non possono apprezzare non avendone mai avuto uno e vivendo da sempre di cariche pubbliche, osservo che la richiesta di trasformazione dei terreni Biasi alle Officine Ferroviarie (scheda 333) e in Lungadige Galtarossa (scheda norma 182) non è un diritto della proprietà, ma appartiene alla sfera delle decisioni discrezionali di questa giunta, che ha approvato il Pat e ritenuto ammissibili tali richieste indicandole come “conformi agli obbiettivi dell’amministrazione”. Ora però ci viene a dire che è tutta colpa delle amministrazioni precedenti. Ma se aveva delle perplessità su queste proposte Tosi poteva benissimo bocciarle, invece le ha accolte. Se ci sta ripensando perché magari vuole dare un segnale forte ai lavoratori che lottano per mantenere il proprio posto, può benissimo abbandonarle, il Comune non è tenuto a concludere gli accordi di programma. L’importante è che Tosi si metta d’accordo con se stesso e ci dica che cosa vuole fare. Capisco che non mastichi molto di urbanistica, ma l’attualità dell’argomento discende proprio dalla decisione del suo vice Casali di rimettere in campo, per la seconda fase del Piano degli Interventi, le proposte “messe in panchina” nel 2011, e le schede norma 182 e 333 sono appunto tra queste. Vista l’assoluta inaffidabilità dei soggetti che ci governano, mi auguro che non vada a finire come per l’area Biasi di Verona Sud, che una decisione del Consiglio comunale presa all’unanimità il 24 novembre 2011 vincolò a destinazione industriale mentre oggi si parla di farci arrivare l’Ikea.
Michele Bertucco, capogruppo Pd in Consiglio comunale