Il Sindaco e il degrado. Propaganda e buon governo
L’ordinanza di cui si parla molto a Verona in questi giorni è l’ennesima grande trappola che Tosi tende alla città, probabilmente nel tentativo di dimostrare ai suoi elettori di essere tornato il Tosi sceriffo della prima ora. Certo, ognuno è libero di fare propaganda elettorale come crede, lo scrive anche la Olga nella sua rubrica quotidiana. Purché però non ci voglia prendere per il naso.
Tosi dal giorno del suo insediamento, ormai sette anni fa, ha fatto della lotta al degrado del centro storico la sua prima e principale battaglia. Sul punto va sgombrato il campo da ogni dubbio: il centro storico della città è una bomboniera che dobbiamo presentare al mondo e come tale deve essere trattata e tutelata. Per preservare il decoro di una delle nostre più grandi ricchezze si deve mettere in campo ogni azione, senza ipocrisie.
Però a questo punto sorge il primo interrogativo. Come è possibile che dopo sette anni di governo del Sindaco che doveva ripulire la città dal degrado, oggi ci siano ancora centinaia di cittadini che telefonano in Comune lamentando la situazione invivibile di Piazza Viviani? Se così è, significa che il primo punto del programma di Tosi è stato clamorosamente mancato e dovrebbe ammettere il proprio fallimento.
Parlando di degrado poi, sarebbe interessante capire se il degrado dei diseredati e degli ultimi è più o meno grave del degrado nei costumi amministrativi, del modo in cui si è gestita la cosa pubblica in città negli ultimi anni. Di fronte all’ordinanza contro chi aiuta i poveri è ancora più sorprendente la difesa che il Sindaco continua a dare ai suoi due ex assessori più votati, travolti dagli scandali che tanto stanno impegnando la magistratura in questi giorni.
Il terzo punto incredibile poi sono i destinatari dell’ordinanza. Ad essere colpiti dalle sanzioni è infatti chiunque fornisca cibo o “materiale lettereccio” ai clochard, in pratica le associazioni di volontari. Questo rivela l’intento puramente propagandistico di Tosi. Se il Sindaco avesse voluto davvero risolvere il problema, avrebbe dovuto trovare il tempo di convocare le associazioni di volontariato e la polizia locale, avrebbe dovuto trovare i modi per parlare con questi vagabondi, che rimangono pur sempre delle persone, nonostante si vogliano nascondere alla vista ed al cuore spostandoli sempre alla periferia più lontana, e trovare spazi alternativi di accoglienza e gestione di queste situazioni di degrado.
Questa sarebbe stata l’azione di un buon amministratore. Lucrare o fare propaganda senza far nulla per risolvere i problemi, pur avendone il potere, sarà pure legittimo ma, con buona pace della Olga, non è il modo in cui si comporta un sindaco al servizio della città.
Alessio Albertini, segretario provinciale Pd Verona