Forte Tomba: il Sindaco spieghi
Secondo quanto emerge dalle inchieste giornalistiche locali e nazionali basate sulle informative degli organi inquirenti, che non sono propriamente “spazzatura” come qualcuno ama definire le notizie scomode, risulta che l’area di Forte Tomba, oggetto di una operazione immobiliare inserita nel Piano degli Interventi del Comune di Verona, fosse monitorata dagli esponenti di un clan malavitoso, alcuni dei quali attualmente agli arresti, allo scopo di valutare la possibilità di infiltrazione nell’economia e nella società veronesi.
“Ora più che mai – incalza il capogruppo comunale PD Michele Bertucco – è il caso che il Sindaco chiarisca che tipo di rapporti l’amministrazione comunale ha tenuto con i proponenti dell’operazione, ovvero le società afferenti a Moreno Nicolis – imprenditore attualmente ai domiciliari nell’ambito del filone bresciano della medesima inchiesta giudiziaria e ripetutamente citato nelle intercettazioni tra gli affiliati della cosca sotto indagine – e che risponda alle domande che gli sono state rivolte dal PD la settimana scorsa: il sindaco, la sua lista civica o la sua fondazione politica hanno mai ricevuto finanziamenti diretti o indiretti da Moreno Nicolis, Nicofer o dall’immobiliare Turbina? E, se si, a quanto ammontano? Che cosa ha indotto il Comune a schierarsi con i privati proprietari dell’area nel ricorso promosso contro i vincoli paesaggistici imposti dalla Soprintendenza ben sapendo (bastava leggere il fascicolo) che tali vincoli datano dagli anni Sessanta e non da ieri? E che gli stessi proponenti nella propria osservazione scrivevano: ” … Si propone quindi previo nulla osta da parte della Soprintendenza il recupero funzionale dei resti di Forte Tomba e l’insediamento di un complesso commerciale di 10.000 mq di SUL, di cui 6.000/6.500 di superficie di vendita, rientrante nella disciplina della L.R. 15/04 come “grande struttura di vendita con destinazione sia alimentare che non alimentare…”.
In Comune e in Circoscrizione il PD si è sempre schierato contro quell’operazione immobiliare, palesemente sbagliata: “Era chiaro come il sole che l’idea di costruire lì l’ennesimo centro commerciale della città sarebbe entrata in contrasto con il contesto architettonico dell’area, caratterizzato dal forte asburgico, e con i vincoli che la Soprintendenza avrebbe fatto inevitabilmente valere” ricorda la capogruppo PD Camilla Mariotto. “Più volte abbiamo chiesto conto di tali contraddizioni ma non ci è mai stata data alcuna risposta. E’ tempo che si cominci a far chiarezza su come viene gestita l’urbanistica nella nostra città”, concludono Bertucco e Mariotto.