Disabili al Lavoro: cronistoria del lavoro parlamentare per garantire la Costituzione

Pubblicato da il 16 Febbraio 2015 0 Commenti

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio al Parlamento ha dichiarato: “Garantire la Costituzione ….. significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità”. L’impegno di Alessia Rotta e Diego Zardini, deputati veronesi del PD, a sostegno dell’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro si muove nella direzione tracciata da Sergio Mattarella.

Tra i problemi ricevuti in eredità vi è infatti quello dell’inserimento nel mondo del lavoro pubblico e privato delle categorie protette a causa delle lungaggini burocratiche, del non rispetto delle disposizioni di legge e della convinzione errata, proveniente da una sottocultura di diffidenza, che vede nell’assunzione dei disabili un motivo di inefficienza.

La crisi economica e l’esigenza di contenere la spesa pubblica hanno indotto all’approvazione di disposizioni di legge che impongono la sospensione dell’obbligo della copertura della quota di riserva a favore delle categorie protette nelle pubbliche amministrazioni (PA) che presentano una situazione di soprannumerarietà o di eccedenza di personale.

Le PA per superare tale divieto avrebbero dovuto intervenire con diversi strumenti, tra i quali i processi di mobilità guidata finalizzati alla ricollocazione presso gli uffici pubblici che presentino vacanze di organico. Tali strumenti non sono stati utilizzati e non hanno consentito la riapertura delle assunzioni.

Considerato il blocco del reclutamento delle categorie protette e le attese delle categorie protette ad entrare nel mondo del lavoro, due anni fa tutti i deputati veronesi hanno presentato l’interrogazione 4/01464 del 24 luglio 2013 al  Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, finalizzata a:

  • effettuare una ricognizione nelle pubbliche amministrazioni al fine di conoscere lo stato di attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68, rendendo accessibili le informazioni scaturite dall’accertamento stesso e di intervenire nel caso in cui venga rilevato che gli obblighi della legge a favore dei soggetti disabili non siano stati rispettati;
  • accelerare nelle pubbliche amministrazioni ed in particolare nell’Inps le procedure di mobilità collettiva che presentano situazioni di soprannumero e di eccedenze di personale (articoli 6 e 33 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165) e dare attuazione al piano di assorbimento dei soprannumerari entro il 31 dicembre 2014 (articolo 2, comma 11, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135) al fine di non disattendere le giuste aspettative dei soggetti disabili risultati idonei nel processo di reclutamento messo in atto dall’Inps;
  • valutare la possibilità di effettuare le assunzioni in questione in profili professionali appartenenti ad aree dell’Inps in cui vi sia disponibilità di posti e non posizioni soprannumerarie.

Purtroppo allora tale interrogazione non ebbe alcuna risposta da parte del Ministero competente.

In seguito Diego Zardini, Alessia Rotta ed altri 26 deputati hanno presentato la proposta di legge n. 1501 del 7 agosto 2013, assegnata alla Commissione Lavoro, al fine di eliminare il blocco delle assunzioni delle categorie protette, consentendo alle PA in caso di completezza dell’organico di inquadrare i lavoratori, appartenenti alle categorie protette, in soprannumero fino al verificarsi della prima vacanza. Inoltre, la proposta prevede “l’obbligo per i datori di lavoro pubblici di pubblicare sul proprio sito istituzionale le quote d’obbligo scoperte a favore delle categorie protette e di aggiornare in modo continuo le relative informazioni”.

Gli ostacoli normativi che si frapponevano all’assunzione delle categorie protette vengono finalmente eliminati con l’approvazione del D.L. 31 agosto 2013, n. 101 convertito con modificazioni dalla L. 30 novembre 2013, n. 125, il quale prevede una deroga a favore delle categorie protette al divieto di nuove assunzioni nel caso in cui le PA presentino una situazione di soprannumerarietà. Il decreto obbliga le PA a rideterminare il numero delle assunzioni obbligatorie delle categorie protette e ad effettuare le relative assunzioni ed il Dipartimento della Funzione Pubblica a monitorare gli adempimenti previsti dal decreto 101/2013.

Purtroppo l’art. 7, c. 6 e 7, del decreto non prevede l’obbligo delle PA di pubblicare sul proprio sito istituzionale le quote d’obbligo scoperte a favore delle categorie protette e la trasparenza del monitoraggio assegnato al Dipartimento della Funzione Pubblica. L’assenza di tali informazioni non facilita il controllo sociale e l’intervento delle persone interessate e delle forze politiche e sociali affinché gli obblighi di legge vengano attuati nell’esclusivo interesse delle persone svantaggiate.

Si cita il caso paradossale dell’Inps, che dopo aver effettuato il processo di selezione dei soggetti disabili, iniziato nel 2012 con determinazione dell’Istituto n. 438 del 2/12/2011, ha richiesto per la seconda volta all’inizio del mese di aprile 2014 la documentazione necessaria ai soggetti risultati idonei alle prove di selezione ed interessate all’assunzione al fine di concludere l’iter di reclutamento. Da tale data non si ha alcuna notizia riguardo alle 250 persone disabili che dovrebbero essere assunte dall’Istituto con il rischio di far decadere la convenzione che ha durata triennale.

Diego Zardini ha presentato ordine del giorno il 24 ottobre 2013  in fase  di discussione della conversione in legge del D. L. n. 101/2013 che è stato approvato dal Governo.

Inoltre i deputati Diego Zardini e Alessia Rotta non hanno rinunciato all’obiettivo di realizzare  l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro e specificatamente nelle PA e hanno presentato altre interrogazioni (5/01607 del 28/11/2013, 5/02715 del 30/04/2014 e 5/03015 del 18/06/2014.

Negli ultimi anni sono state effettuate  indagini e rapporti da parte di organizzazioni private (Gidp –  Reatech e Page Personnel) e pubbliche (Istat, Ministero del lavoro e Organizzazione internazionale del lavoro)  sullo stato di inserimento lavorativo delle persone appartenenti alle categorie protette. I risultati emersi non sono incoraggianti:

  • Le aziende ritengono improduttivo e un costo l’assunzione di un lavoratore delle categorie protette. Il 50% delle imprese preferisce pagare le sanzioni anziché assumere un disabile;
  • Le aziende che hanno assunto i disabili restano soddisfatte perché sono lavoratori che operano come tutti gli altri colleghi nei diversi settori;
  • L’80% delle categorie protette in età lavorativa sono senza lavoro e gli iscritti nelle liste di collocamento obbligatorio sono iscritti 750 mila;
  • Nelle liste di collocamento obbligatorio sono iscritti 750.000 e l’80%  è disoccupato. Negli altri paesi industrializzati la percentuale oscilla tra il 50% ed il 70%;
  • Secondo l’Organizzazione internazionale per il lavoro, il non impiego delle categorie protette produce una perdita di ricchezza valutabile tra l’1% e il 7% del Pil mondiale.

La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha emesso la sentenza C312/11 che condanna l’Italia per non aver applicato in modo completo i principi europei in materia di diritto al lavoro per le persone disabili e sanziona il Governo ed il parlamento ad adeguarsi alla direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000.

Continua l’impegno del PD ed in particolare dei deputati veronesi Zardini e Rotta per l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, allargando l’area del loro impegno alle aziende.

Spiega Diego Zardini: “Le norme a favore dell’inserimento dei disabili sul lavoro sono assolutamente disattese. E’ un grave danno per il Paese in quanto il sistema non tiene conto che le categorie protette rappresentano una grande risorsa inutilizzata se non vengono inseriti nel mondo del lavoro e non un peso morto per le organizzazioni. Dopo i numerosi interventi a favore dell’inserimento delle categorie protette nelle pubbliche amministrazioni ora la nostra attenzione verrà rivolta al settore privato, il quale da ricerche recenti risulta che l’80% delle persone iscritte alle liste di collocamento obbligatorio è disoccupato. E’ nostra intenzione far comprendere alle imprese come possa essere economicamente vantaggioso rispettare le norme evitando le sanzioni, oltre che evidentemente risolvere una questione dai risvolti profondamente etici”.

E Alessia Rotta: “La crisi colpisce con un livello di disoccupazione senza precedenti nel nostro Paese, un Paese che diventa di persone più deboli. Non possiamo tollerare di aggiungere a povertà nuove ingiustizie, ancor meno se frutto di violazioni di legge. È il caso delle norme che regolano le assunzioni di disabili nella Pubblica Amministrazione. Come parlamentari riteniamo doveroso che qualcosa si muova anche dopo il monitoraggio disposto dal D.L. 101. Ma vogliamo anche appellarci agli imprenditori, al settore privato che, a fronte di incentivi e defiscalizzazione, vedi ultima legge di stabilità, preferisce pagare sanzioni che assumere persone diversamente abili”.

Tra i problemi da risolvere che riguardano le PA vi è la trasparenza sullo stato di attuazione della legislazione relativa alle categorie protette. Inoltre, si ritiene che occorre rivedere le sanzioni per le aziende in quanto trovano conveniente pagare la penale anziché assumere un disabile ed eliminare la norma che permette di sottrarsi all’obbligo alle aziende che si trovino in certe condizioni (lavori pericolosi, prestazione faticosa, attività ad alta specializzazione tecnica di sottrarsi all’obbligo).

Antonino Leone
membro della Direzione Provinciale PD Verona