Sugli IAT si agisca in fretta
Destinare almeno in parte la tassa di soggiorno, che non a caso si chiama tassa di scopo, all’implementazione dei servizi al turista, come ad esempio gli Iat, è una proposta così ovvia che non possiamo credere provenga davvero dalla bocca del Governatore uscente della Regione Veneto Luca Zaia, il quale dovrebbe conoscere a menadito le potenzialità del turismo della nostra città e della nostra regione, pertanto avrebbe dovuto provvedere già da un pezzo.
Nel suo piccolo il PD veronese lo chiede inascoltato fin da quando è stata istituita la tassa di soggiorno e rimaniamo stupiti, per almeno due buoni ragioni, di fronte alle perplessità dell’assessore al bilancio Pierluigi Paloschi, il quale vorrebbe una legge regionale che lo obbligasse a reinvestire nel turismo ciò che dal turismo proviene.
La prima buona ragione è che il turismo è l’unico settore che tiene all’interno di questa lunga crisi e noi abbiamo dimostrato che le risorse per gli investimenti ci sono. La seconda è che Verona, con la stagione lirica e le altre iniziative come il Tocatì, l’Estate Teatrale, le fiere, le grandi mostre, possiede degli eccezionali volani in questo senso. Pertanto sarebbe come investire nella propria miniera. Il punto, a nostro avviso, è che questa classe dirigente, in città e in regione, non sa di che cosa parla. Lo si vede benissimo dalla proposta pasticciata dell’assessore Enrico Corsi di “privatizzare” lo Iat per concedere ai privati ciò che il pubblico si è sempre precluso (vendere di tutto: dai salami alle statuette), ma senza offrire nessuna garanzia circa il proseguo delle attività di promozione del territorio e di informazione.
Diciamocelo chiaramente: per questa amministrazione i 230 mila ‘clienti’ dello Iat sono alieni, forestieri di cui diffidare e da tosare il prima possibile, vedi ad esempio l’aumento esponenziale del prezzo del biglietto dell’Arena, decretato senza prevedere alcun servizio aggiuntivo. Come già messo in evidenza dalla campagna avviata dal PD, all’interno dell’anfiteatro non è recuperabile nessuna informazione di carattere storico, a meno che il turista non metta di nuovo mano al portafogli. Tutto questo è drammatico, se pensiamo che il successo del turismo si basa soprattutto sul positivo riscontro delle aspettative dei visitatori, sul passaparola e sulla buona impressione che una città fornisce di se stessa. Dunque basta con le chiacchiere: Palazzo Barbieri approvi in autonomia regole per destinare almeno in parte la tassa di soggiorno al rinnovo dei servizi e del patrimonio storico veronese.
I consiglieri comunali PD
Michele Bertucco, Elisa La Paglia e Orietta Salemi