Il Piano Nazionale Aeroporti non conosce Verona. Va riscritto.
E’ stato presentato nella Commissione Trasporti della Camera dei Deputati il Piano Nazionale Aeroporti. Chi lo ha redatto non conosce Verona e nulla sa di quanto sta accadendo.
E’ clamoroso, nel piano manca un riferimento all’aeroporto di Montichiari nel sistema nord-est e viene citato come aeroporto bresciano nel sistema nord-ovest adatto a trasporti postali. Invece, come tutto il mondo sa, poiché il D’Annunzio è di proprietà del Catullo, è l’unico dove si può allungare la pista, è prevista una fermata TAV e, quindi, ha ampi margini di crescita – anche solo cargo – va posto a beneficio del sistema aeroportuale nord-est. Mi pare elementare.
Nel Piano vi sono opere infrastrutturali date come imminenti. Faccio riferimento alla Ti.Bre. e al casello autostradale dedicato all’aeroporto. Invece quel percorso, sia autostradale sia ferroviario, è fermo e non finanziato. Anzi, posso dire che è stato dimenticato e non sarà realizzato entro il 2016 come dice il Piano. Sul casello, possibile che l’ENAC non sappia che è stato cancellato?
Al contrario, sono finanziati il tratto TAV BS/PD e il tunnel del Brennero, ovvero i due percorsi TEN1 e TEN6 che arrivano in città. Inoltre, le ferrovie hanno in progetto lo spostamento del binario sul collegamento Verona/Mantova per portare il treno vicino all’aeroporto. Sarebbe, di fatto, una metropolitana di superficie. Nel Piano nessuna valutazione su queste due importanti infrastrutture.
Gli stessi progetti di ampliamento nell’area della “Margherita nord” e del prolungamento della pista del Catullo, citati nel Piano come il futuro dell’Aeroporto, non ci saranno per le mutate previsioni dell’attuale proprietà dello scalo.
Sbagliando le premesse, si sbagliano le conclusioni. E, infatti, il Catullo viene declassato ad aeroporto a supporto dell’economia locale e per il traffico charter internazionale.
Su Venezia, invece, si prevede il mondo con interventi prioritari per far sì che arrivi a 16 milioni di passeggeri entro il 2030. Per Verona, invece, 6,3 milioni. Ma, senza gli interventi previsti, e nel Piano non c’è nessuna priorità per noi, come faremo ad arrivare a quella cifra?
La cosa ha dell’incredibile. Un Piano lacunoso che Verona non merita. Spero, così come sto facendo alla Camera, che anche il territorio comprenda che è ora di chiedere all’ENAC di essere almeno puntuale su quanto esiste. E sul futuro ne parliamo? Non sono più ammessi silenzi.
Vincenzo D’Arienzo
deputato PD