Un Ritorno al Futuro 2.0 – Renzi alla Humboldt Universität
“L’Europa deve essere un continente con l’anima”: così Matteo Renzi ha esordito in un intervento dal titolo “Europe: Back to the Future” alla celebre Humboldt Universität di Berlino lo scorso 1° luglio. Con la mente rivolta al possibile default della Grecia, Renzi ha sottolineato l’importanza del rispetto delle regole e ha auspicato la necessità che il governo greco metta in atto un percorso di riforme strutturali, prima fra tutte quella sul sistema pensionistico.
Il Presidente del Consiglio non si è voluto schierare sul risultato del referendum greco: “È un referendum non tra quale leader ci sta più simpatico, ma tra euro e dracma”. Ribadendo la fiducia negli strumenti democratici e nella capacità dei cittadini greci di compiere la scelta giusta, Renzi ha ammonito i Presidenti della Commissione Europea Juncker e del Parlamento Europeo Schultz, intenzionati a recarsi in Grecia per sostenere la campagna del sí: “Se Bruxelles o altre capitali ci mettono il naso è il più grande regalo che si può fare ai dirigenti di Syriza. Se fossi membro della Commissione mi asterrei”.
Se da una parte la Grecia ha pesanti responsabilità nella recessione che l’attanaglia da ormai sette anni, è anche vero che “l’Europa deve cambiare passo”. Renzi non ha risparmiato critiche all’Unione Europea, in particolare alla Commissione e al Consiglio, su due fronti: la mancata realizzazione degli obiettivi fissati 15 anni fa a Lisbona e l’arroccamento di posizioni particolaristiche e nazionali in merito alle tragedie, purtroppo, quotidiane nel Mar Mediterraneo. La visione solo economica del futuro europeo è, secondo il premier, destinata al fallimento, e per uscire dalla crisi è necessaria una visione più profonda, che tolga centralità all’austerity e abbia “il coraggio della crescita”.
Questa terza via è forse la principale scommessa che i leader europei devono oggi fronteggiare, avendo la responsabilità di poggiare su spalle di giganti come Adenauer e De Gasperi, Mitterand e Kohl: “Dando un orizzonte alla sua storia”. La situazione creatasi lo scorso Consiglio Europeo non è degna di tali giganti, secondo il premier. Il raggiungimento del compromesso sulle politiche migratorie a livello europeo è stato faticoso e lungo, ma era prioritario “affermare il principio politico che quel mare non è il cimitero dell’Europa, ma la sua frontiera”.
In questo frangente, l’Italia ha sostenuto il principio che tutti i migranti devono essere salvati, senza distinguere se siano o meno richiedenti asilo, anche a costo di retrocedere nei sondaggi elettorali. Come il fulmine per la macchina di Doc in Ritorno al Futuro, anche l’Europa ha bisogno della spinta per ritornare ad essere la locomotiva del mondo: anima e solidarietà tra e negli Stati.
Camilla Mariotto
Hertie School of Governance, Berlino
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