Cultura: lettera di risposta al prof. Mario Allegri

Pubblicato da il 2 Novembre 2015 0 Commenti

Gentile professore,
Le scriviamo in risposta al suo articolo comparso su verona-in.it il giorno 28 ottobre. La preghiamo di vedere in questa nostra iniziativa non l’intento di sollevare l’ennesima sterile polemica poco utile a tutti, ma semmai quella di provvedere a quelli che sono i doveri del buon giornalista, ovvero una corretta e giusta informazione. Richiamandoci a questo importante fondamento del nostro vivere civile riteniamo opportuno rispondere ad alcuni quesiti da Lei sollevati.

In primo luogo Le facciamo notare che la dialettica politica veronese di questi ultimi anni in ambito culturale non è stata basata su una normale visione contrapposta di idee su come valorizzare il nostro territorio, come dovrebbe essere tra diverse fazioni politiche. Il confronto a cui assistiamo oggi è tra chi, come noi, ma non solo noi, pensa che sostenere la cultura della nostra città sia essenziale non solo per immaginare la Verona del futuro, ma come motore di sviluppo di quella che è già la Verona del presente, e chi invece vede nel patrimonio storico e artistico della nostra città un elemento utile nella migliore delle ipotesi per fare cassa o per avere visibilità, o nella maggior parte dei casi una questione di poco conto, un fastidio, un punto all’ordine del giorno di cui occuparsi in un eterno secondo momento.

Per questo motivo sin dal maggio scorso, quando si stava mettendo mano alla giunta comunale, il Partito Democratico, per primo, ha segnalato che fosse fondamentale la nomina di un assessore alla cultura degno della nostra città, dato che, come Lei giustamente indicava nell’incipit del suo articolo, ne siamo privi dal 2012. Tuttavia non ci limitammo a questo, ovvero in giugno, rinnovando la nostra richiesta, abbiamo consegnato a Palazzo Barbieri una lista di 50 proposte su cui il nuovo assessore avrebbe dovuto intervenire fin da subito. Tali proposte riguardavano vari argomenti, dal maggior coinvolgimento dell’Università, delle sopraintendenze e delle altre istituzioni cittadine, alla valorizzazione di palazzi lasciati in decadere come Bocca-Trezza a Veronetta quanto lo stesso Arsenale, al mantenimento di musei come il Centro Internazionale di Fotografia agli Scavi Scaligeri che purtroppo hanno rischiato e rischiano tuttora una chiusura definitiva. Questi spunti non sono stati elaborati nelle segrete stanze della sede del PD, ma chiedendo ai cittadini di segnalare ciò che stava loro più a cuore.

Tutto ciò lo abbiamo fatto con lo scopo di lanciare un messaggio preciso: noi, persone comuni, dobbiamo prenderci cura del nostro patrimonio e dobbiamo farlo insieme. Il rischio nel caso non lo facessimo sarà quello di un risultato peggiore di quello che abbiamo visto sotto i nostri occhi in questi anni: degrado dei luoghi culturali, supermercati nei forti asburgici, città vuota e priva della sua anima.

E’ questo modello che potremmo chiamare di “cultura diffusa” che crediamo possa essere utile a Verona. E’ partendo dalla valorizzazione delle risorse umane già presenti che si possono immaginare e reinventare le nostre strade e le nostre piazze. Per esempio da tempo chiediamo che le risorse che oggi sono date all’assessore Lella al decentramento, siano invece spese per le associazioni dei nostri quartieri.

Rispetto alla questione oggetto dell’articolo, ovvero la scelta della capitale della cultura operata dal ministro Franceschini, Le segnaliamo che già nell’estate 2014, cioè prima della scadenza del bando, facemmo presente la questione ai direttori comunali competenti, in primo luogo il dott. Ren. Non contenti del risultato ottenuto e delle risposte date, denunciammo la cosa più volte, l’ultima delle quali con un comunicato il 14 Luglio di quest’anno a firma dei consiglieri La Paglia e Bertucco.

Già che ci siamo, possiamo sfruttare l’occasione per fare chiarezza anche su un altro punto: fin da subito abbiamo espresso in maniera critica ma propositiva la nostra opinione rispetto all’idea del sindaco di coprire l’Arena. Riteniamo infatti che tali risorse potrebbero essere meglio utilizzate se spese per posizionare almeno due cartelli che spieghino la storia dell’anfiteatro, visto che ad oggi non ci sono indicazioni di alcun tipo. Certo, se dipendesse da noi, piuttosto che lanciare un concorso di progetti a due anni dalla scadenza dell’amministrazione, e quindi con pochissima possibilità di vedere la realizzazione concreta dell’opera, preferiremmo costruire un museo della lirica veramente attrattivo, magari dentro gli arcovoli dell’Arena stessa, in grado di coniugare tanto la promozione artistica quanto quella turistica.

Come può notare i fronti che abbiamo aperto in ambito culturale con questa amministrazione sono numerosi, ma come giustamente Lei ci fa notare, dai sostenitori della tesi che “l’Arena vale come quattro sassi” non ci si può aspettare nulla di diverso. Spetta a persone come Lei e noi fare in modo che le cose vadano diversamente, ma per farlo sarà necessario vincere la sfida più difficile, quella su cui ci concentriamo e ci concentreremo prossimamente sempre di più, quella di immaginare Verona tutti insieme. 

Cordiali saluti,

Marcello Deotto
resp. Cultura PD Verona

Elisa La Paglia
consigliere comunale PD