Sondaggio AGSM: interventi su più fronti
Ormai è chiarissimo che si è trattato di un sondaggio anche politico pagato con i soldi pubblici. Infatti, è stato confermato che il sondaggio telefonico sulla qualità del servizio di AGSM ha testato anche il consenso di Tosi ed in particolare la società di sondaggi ha confermato la mescolanza delle domande.
Checché ne dica il responsabile della EMG, la diffusa percezione degli intervistati non lascia dubbi: erano domande principalmente orientate a conoscere la forza attuale del sindaco Tosi.
Anzi, da quello che dice la società, capisco che per conoscere se AGSM funziona bisogna capire se Tosi è gradito e se gli utenti l’hanno votato. Curiosa la giustificazione che non hanno chiesto le intenzioni di voto: non le hanno chieste perché si vota tra un anno e mezzo?.
Insomma, è come dire che per sapere da un utente se un prosciutto è buono il sondaggista deve chiedere anche cosa ha votato e se la città dove si produce quel prosciutto è governata bene o male.
Credo ci siano anche profili legati alla privacy: se EMG ha usato elenchi generici è un conto, se ha usato elenchi clienti AGSM è da verificare se la privacy degli stessi è stata violata. D’altronde, i clienti il consenso l’hanno dato per verificare il servizio, non per partecipare a sondaggi politici.
Proprio perché non vorrei che i soldi della luce e del gas pagati ad AGSM venissero usati male, ho chiesto all’AGCOM, con un’interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico, se è lecito mescolare domande sulla qualità del servizio con domande politiche; al Garante per la Privacy di acquisire gli atti e verificare eventuali violazioni e alla Corte dei Conti per una valutazione della spesa.
Vincenzo D’Arienzo
deputato PD