Fondazione, tempo scaduto; ci si riprovi ma in fretta. La città lo chiede.

Pubblicato da il 10 Aprile 2016 0 Commenti
Dopo un incontro tenutosi nelle prime ore di questa mattina, la segreteria provinciale e cittadina, i deputati e il capogruppo consiliare del Partito Democratico di Verona sono profondamente preoccupati per la situazione di Fondazione Arena e nello stesso tempo consapevoli del ruolo responsabile che il PD, a Verona come a Roma, deve assumersi a fronte della ostinata e insostenibile posizione assunta dal sindaco Tosi.
Il tempo di atteggiamenti unilaterali e dichiarazioni oltranziste è scaduto. Serve un atto di responsabilità condiviso che abbia come primario obiettivo l’adesione effettiva alla Legge Bray, unico modo per provare a salvare la Fondazione.
L’esito negativo del voto dell’assemblea a un passo dall’accordo esprime in modo inequivocabile un malessere nei confronti di chi ha gestito l’Istituzione, tra le più importanti della città, senza autorevolezza, privilegiando la difesa ad oltranza di un management fallimentare rispetto alla ricerca di una efficace e condivisa risoluzione.

Se Tosi avesse rimosso Girondini o, meglio, se il sovrintendente con dignità si fosse fatto da parte, probabilmente  anche i sacrifici chiesti ai lavoratori avrebbero acquistato un valore diverso, in un clima, forse, non così esasperato tra le parti.

Consapevoli della preoccupata ricerca di risposte che in queste ore si leva dalla città intera, esposta alla perdita di immagine non solo a livello nazionale, avanziamo come partito una proposta: immediata riapertura della trattativa con i dipendenti, fondata sul presupposto di una discontinuità nel management. Anche le ore in questo momento sono preziose, altrimenti il Ministro indichi velocemente un commissario per evitare il baratro della liquidazione, che comporterebbe la svendita sul mercato al migliore offerente, chiunque esso sia, del bene-simbolo più prezioso della città.