L’emergenza profughi va gestita anche a livello locale
I disordini accaduti nel centro di prima accoglienza di Conetta, nel veneziano, ci ricordano che la questione dei rifugiati va gestita anche a livello locale. Giusto chiedere punizioni per i richiedenti asilo che delinquono, e l’aver istituto, come ha fatto l’attuale ministro Centro di identificazione ed espulsione (Cie) per ogni regione può essere un passo avanti significativo nell’accelerare i tempi di identificazione e di accertamento del diritto di permanenza sul territorio. Ma non possiamo comportarci come se la questione dei profughi fosse un semplice “appalto privato” in carico alle cooperative del settore e non riguardasse invece anche l’amministrazione e la comunità locali.
A fronte di ripetuti casi di spaccio da parte degli ospiti dei centri di prima accoglienza non serve invocare superpoteri ai Sindaci, vanno piuttosto convocati i responsabili dei centri per capire quali sono le criticità e le tensioni che si verificano in questi luoghi.
La possibilità di redistribuire meglio sul territorio i richiedenti asilo, evitando grandi concentrazioni in pochi grossi centri, dipende in primo luogo dalla disponibilità e dalla buona volontà dei Sindaci di farsi carico di una parte del problema: una riduzione delle dimensioni dei centri favorirebbe la riduzione anche dei problemi di gestione e di integrazione sul territorio.
Un altro aspetto su cui le istituzioni locali possono incidere è il potenziamento delle commissioni per il vaglio del diritto di asilo: per primi abbiamo detto che non è ammissibile che occorrano anche tre anni per arrivare al riconoscimento o meno di uno status di richiedente asilo. Nell’ottobre 2015 il Consiglio comunale di Verona aveva approvato un documento che impegnava in tal senso la giunta, ma a distanza di più di un anno non è chiaro cosa sia stato fatto in concreto.
Stare alla finestra a guardare e puntare il dito contro le situazioni negative che inevitabilmente si creano all’interno di una simile emergenza sarà politicamente più produttivo ma finisce solo per avvelenare ulteriormente il clima sociale.
Consiglieri Comunali Pd Luigi Ugoli ed Eugenio Bertolotti