Amia, nuova missione in Togo: ora facciamo un po’ di chiarezza

Pubblicato da il 16 Gennaio 2017 0 Commenti

Dopo Macedonia e Albania la municipalizzata Amia va ora in missione anche in Togo e Benin, Africa Occidentale. Lo fa senza la solita grancassa, e con una delegazione in cui non figura neanche un dirigente. Per quanto è dato sapere, infatti, sono partiti un responsabile dell’officina, un impiegato dell’ufficio acquisti e un giovane ispettore. Perché? Ufficialmente l’incarico è di valutare la redditività di una possibile e non meglio specificata consulenza, ma la delegazione è evidentemente priva di reali poteri decisionali.
E a quale tipo di strategia o di logica aziendale risponderebbero queste continue missioni all’estero? Lo chiederemo ai vertici Amia-Agsm in una commissione che ho chiesto di convocare a breve. Ricordiamo che per l’Albania sono stati comprati mezzi nuovi di zecca mentre a Verona, come denunciano da tempo le rappresentanze sindacali interne, i lavoratori Amia sono spesso alle prese con mezzi vecchi e rabberciati che in qualche caso hanno dato luogo a situazioni di pericolo.
Come società pubblica, Amia ha il dovere di provvedere prima ai bisogni della comunità che paga gli stipendi della ricca collezione di direttori, presidenti e dirigenti, se poi ritiene convenienti alcuni appalti all’estero deve prima confrontarsi nelle sedi opportune.

Elisa La Paglia, consigliere comunale Pd