Copertura de l’Arena, un esercizio retorico
Sono contrario all’ipotesi di coprire l’anfiteatro.
Agli studiosi della storia romana non risulta che venissero coperti i loro teatri. Solo una parte delle gradinate del Colosseo era stato coperto con teli per riparare dal sole, mai l’Arena. Quindi, un eventuale cappello sarebbe una distorsione storica e non una riproposizione dell’antico.
Peraltro, non c’è proporzione tra il valore del museo e la motivazione addotta, quella di difendere le serate liriche dalla pioggia. Il calo degli spettatori è a causa della scarsa qualità delle opere per responsabilità della Fondazione Arena, non di Giove pluvio!
Tosi persevera nell’errore. La proposta è già stata bocciata più volte dalla sovrintendenza ai Beni archeologici di Verona.
Il concorso di idee è, nei fatti, un bell’esercizio creativo, ma non potrà avere nessuno effetto.
Auspico che la società civile, impregnata di persone con un’elevata sensibilità culturale, intervenga per dire la propria. Non aspettiamo che la cosa fallisca, sarebbe comunque bene intervenire prima.
Non essendoci nella copertura nessuna motivazione archeologica non ho dubbi che potremmo mettere la parola fine a questa boutade
Anziché la copertura, il Comune farebbe bene ad occuparsi dei protocolli inerenti la gestione dell’anfiteatro, sempre più asserviti alle esigenze di lucro e poco alla valorizzazione e protezione del monumento.
On. Vincenzo D’Arienzo
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