Copertura Arena: sguardo avanti e verifica fattibilità
E’ un fatto positivo, meritevole di attenzione e che non va assolutamente trattato con sufficienza, e ancor meno deriso, che una grande impresa veronese sia disposta ad esporsi per la città fino al punto di farsi carico di un’opera milionaria come la copertura in oggetto.
Detto questo, e al di là dei gusti personali che rientrano nel giudizio soggettivo (è bella, è brutta, è un orrore, ci può stare…) va valutata con attenzione l’ utilità di un’opera simile andando oltre le sterili polemiche o gli sguardi di retroguardia.
Se, come pare assodato, la funzione principale della copertura non è quella di salvare le serate areniane, dal momento che il ticchettio della pioggia guasterebbe comunque l’acustica e dunque la fruizione della musica, occorre a questo punto concentrarsi sulla conservazione del monumento che dovrebbe garantire la riduzione dei costi di manutenzione diretta. Pertanto va valutato bene se il rapporto costi-benefici, a fronte di un intervento per certi aspetti invasivo, stia in piedi. Pertanto la palla passa agli enti preposti a questo tipo di verifica e, con buona pace di sostenitori e detrattori, saranno Sovrintendenza e Ministero in testa, nelle loro rispettive competenze, a doversi esprimere. È comunque da ritenersi un valore il movimento e il concorso di idee messo in moto dal mecenatismo di Sandro Veronesi.
Ora all’amministrazione uscente tutta protesa nello sforzo di un po’ di visibilità, suggeriamo di non fermarsi alla copertura. Perché l’avveniristico cappello è utile a coprire il contenitore, l’anfiteatro, ma non copre il contenuto che, ahinoi, in questi anni ha comportato la progressiva costante perdita di credibilità nel mondo. Insomma, per usare una metafora tratta dalla tecnologia, se il software non funziona anche l’hardware migliore alla lunga diventa inutile.
Per il gruppo consiliare Pd
Luigi Ugoli, Damiano Fermo, Eugenio Bertolotti