Tiberghien, una riqualificazione al contrario
Oltre alle carature urbanistiche abnormi (15 mila metri di commerciale e 6 mila di terziario), il prospettato intervento al Tiberghien richiede una sostanziale revisione del piano viabilistico (consistente in due rotonde e una strada di collegamento) in quanto quest’ultimo contiene alcuni errori macroscopici che lo rendono incompatibile con la realtà del quartiere di San Michele. Detto in parole povere, nella sistemazione attuale viabilità e carature sono pensate come se fosse il quartiere a doversi adattare all’intervento mentre, essendo San Michele un’area di insediamento consolidata e con una propria identità, dovrebbe accadere l’esatto contrario.
Nello specifico, la rotonda prevista su via Tiberghien deve essere posta in corrispondenza dell’incrocio con la strada del cimitero. La strada di collegamento tra le due rotonde deve essere spostata ad est dell’edificio storico. Non è previsto nessun studio complessivo della viabilità esterna verso Borgo Trieste. Le dimensioni del nuovo centro commerciale eccedono di gran lunga i bisogni dell’area. Il verde previsto è insufficiente e frammentato, dunque in concreto non fruibile dai cittadini. Occorre prevedere funzioni ad uso pubblico a servizio del quartiere per i fabbricati da conservare.
Nessuna controindicazione invece per l’ipotesi di dedicare spazi al Museo del Tiberghien, la proposta incontra, anzi, la sensibilità della cittadinanza e per questo ho personalmente presentato, con il coinvolgimento dei consiglieri comunali del quartiere, una mozione perché venga dato seguito alla richiesta di realizzare un apposito luogo in memoria del glorioso Lanificio e di quanto ha rappresentato per la cittadinanza di San Michele e Verona. Bocciando gli emendamenti su viabilità e carature, l’amministrazione ha purtroppo mostrato di non voler guardare i faccia alla realtà di un quartiere che rischia di vedere peggiorare la propria condizione.
Stefano Vallani, consigliere comunale Pd