Restauro: quanto serve all’Arena e quanto ai concerti pop?
Dobbiamo purtroppo rilevare che, come per l’avveniristico cappello di cui si sta molto discutendo, anche per quanto riguarda i lavori di restauro dell’anfiteatro Arena le finalità dell’intervento non sono state presentate in modo chiaro e cristallino. Ormai è assodato che la sigillatura dei gradoni e gli interventi di recupero sul monumento rappresentano solo una parte di un investimento che insiste molto sul potenziamento e sull’affidabilità degli impianti. Allora vorremmo una parola chiara: quanta parte dell’intervento serve a proteggere il monumento dalle infiltrazioni d’acqua e quanta serve invece a migliorare le performance dell’anfiteatro per i concerti pop?
Siccome stiamo parlando di un generoso contributo della Fondazione Cariverona, venuto in soccorso nel 2014 alle mancanze dell’amministrazione che contava di provvedere alla manutenzione dell’Arena con i proventi dell’extralirica, che non si sono mai visti, la trasparenza dovrebbe essere sopra tutto.
L’iter intrapreso dal Comune è invece risultato lungo e tortuoso, con frequenti cambi dei responsabili e soprattutto non ha dato possibilità di discutere di alcune interessanti innovazioni tecnologiche che potrebbero migliorare la fruibilità del monumento già in uso in tutti i moderni musei.
Questo è forse l’aspetto che lascia più perplessi: mentre i nostri avi dibattevano in consiglio comunale di quali malte fossero più indicate per l’Arena, di questo intervento abbiamo avuto soltanto qualche fugace apparizione in commissione.
I consiglieri comunali Pd
Luigi Ugoli ed Elisa La Paglia