D’Arienzo: la copertura dell’anfiteatro Arena è sepolta.

Pubblicato da il 14 Febbraio 2017 0 Commenti

D’Arienzo: la copertura dell’anfiteatro Arena è sepolta.

La copertura de l’Arena si è dimostrata un’idea più debole di quanto pensassimo. Tanto rumore per la proclamazione del progetto che poi ha prevalso, ma restano in campo criticità tali che difficilmente saranno superate.
Ad esempio, il progetto giunto al primo posto, per reggersi deve essere fissato con bulloni sulla corona dell’anfiteatro, non ha affrontato il tema dell’acustica, non ha dettagliato se in caso di incendio diventa una camera a gas e non si è capito bene dove scarica l’acqua piovana. Cose non indifferenti che sono un macigno sul futuro e non capisco come abbiamo potuto quantificare il costo in 15 Milioni circa in assenza di elementi fondamentali.
La copertura proposta non è affatto un intervento reversibile, come è scritto nel bando e l’impatto estetico, poi, è molto rilevante tanto da cambiare sostanzialmente i connotati del monumento. Sembra un bel coperchio da pentola.
È emersa anche una cosa non vera: il sindaco continua a ripetere che l’ombrello serve per difendere l’Arena tutte le volte che piove, ma nel bando, e la foto lo testimonia, si dice espressamente che la copertura serve per “potenziare la fruibilità dell’Arena specificatamente per le attività di spettacolo.”
Non c’è proporzione tra le due cose, ovvero tra consentire le serate e la copertura. Infatti, le perdite di incassi a causa della pioggia sono state pari allo 0,16% del totale degli incassi della stagione 2016.
Una quota non sufficiente per dimostrare la necessità di tutelare il monumento.
Resto convinto che la proposta di coprire l’Arena sia una distorsione storica perchè l’anfiteatro è nato come teatro all’aperto. I romani l’avevano voluto così e, diversamente da altri monumenti simili, non l’hanno mai coperto, neanche per creare ombra all’interno.
Verona è coinvolta in un dibattito lezioso, orientato dalle scelte di un sindaco che ha sempre ritenuto gli scavi romani “quattro sassi”. Infatti, parliamo della copertura come soluzione per difendere l’Arena solo perché è l’unica soluzione proposta.
Penso ci siano altre strade per raggiungere il risultato, ad esempio lavorare sui gradoni per evitare le infiltrazioni, proprio come avevano fatto i romani ed il sistema di raccolta delle acque piovane esistente sotto il monumento lo dimostra. Qui c’è un altro problema: le costruzioni realizzate negli anni intorno all’anfiteatro hanno condizionato lo scarico delle acque nell’Adige.
Posso ragionevolmente affermare che la proposta del sindaco sia da cestinare e che sarebbe opportuno valutare altre modalità. Anzi, l’aver proseguito la copertura ci ha fatto perdere tempo prezioso.

On. Vincenzo D’Arienzo