D’Arienzo sul futuro della lirica a Verona: ho un’idea…
La condizione critica della Fondazione Arena, portata al punto più basso della sua storia dal sindaco Tosi e dall’ex Sovrintendente Girondini, ha motivato la proposta da parte di alcuni di subentrare nella gestione della stagione estiva attraverso una società specifica: Arena Lirica SpA.
In pratica, c’è un gruppo autorevole, per esperienza e relazioni, che ha proposto di acquisire dalla Fondazione l’organizzazione del cartellone estivo della stagione lirica attraverso l’utilizzo del marchio.
L’idea ha visto concordi diversi soggetti istituzionali, anche tra quelli impegnati economicamente con la Fondazione Arena, come la Camera di Commercio. A far da garante per l’operazione dovrebbe essere la Fiera di Verona in ragione del fatto che i suoi soci sono praticamente quasi tutti gli Enti del territorio.
L’obiettivo è, quindi, realizzare il Festival lirico estivo a partire dal 2018.
Arena Lirica Spa dovrebbe durare dai tre ai cinque anni, con un’orchestra preparata e predisposta per il periodo estivo e con la contrattualizzazione, anche pluriennale, di artisti di fama e riduzione del programma per concentrare le presenze.
Dietro le parole chiave che sono state usate, ovviamente accattivanti, come “coinvolgimento dei giovani, ricerca e marketing internazionale, qualità dell’offerta operistica (stop alle solite opere, a cast non all’altezza, a regie e scenografie vecchie e proprio per questo poco attrattive)”, si nascondono pericolose insidie: la gestione privatistica della cultura – e la conseguente selezione del pubblico – e la morte della stagione invernale al teatro Filarmonico.
Ha ragione il regista Anderloni quando dice che “la lirica è un gioiello poco tutelato”, nonostante i riconosciuti benefici che ha garantito alla città, economici e di visibilità nel mondo.
Io credo che la proposta fatta sia la ovvia conseguenza dell’insipienza delle istituzioni veronesi, a partire dal Comune. Mi spiego meglio. La Fondazione è una miniera, in tutti i sensi ed invece di renderla fulcro di azioni pubbliche che ne alimentassero la qualità artistica e progettuale, è stata vista come uno dei tanti enti partecipati (e da lottizzare).
Cosa impediva, e impedisce, un grande progetto che coinvolga il sistema scolastico ed il Conservatorio con musica, teatro e danza? Io sono per l’attuazione di un disegno virtuoso che favorisca quelle potenzialità del nostro territorio che possono poi essere utili nel campo artistico e musicale.
Un progetto artistico, anche pubblico/privato, che può rilanciare l’Arena attraverso l’alimentazione e la formazione di nuove leve e riconsentirle di attrarre le grandi voci, i grandi registi, le grandi produzioni, come una volta.
Nelle nostre scuole ci sono tanti giovani che potrebbero intraprendere questo percorso. Aiutiamoli.