Arena di Verona: un “coperchio” vale il sito UNESCO?
Nell’ampio dibattito sulla copertura dell’Arena di Verona nessuno, finora, ha tenuto conto dell’UNESCO.
Dal 30 novembre 2010 il centro storico di Verona è stato iscritto nella lista (“World Heritage List”) dei “Siti Patrimonio dell’Umanità” conservata dall’UNESCO, l’Agenzia speciale delle Nazioni Unite con sede a Parigi – in base a due criteri di cui il primo recita: “Per la sua struttura urbana e per la sua architettura Verona è uno splendido esempio di città che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente durante duemila anni, integrando elementi artistici di altissima qualità dei diversi periodi che si sono succeduti”. Riconoscimento di cui va dato merito agli Amministratori del tempo per l’impegno profuso per ottenere quel risultato, in primis il Sindaco Michela Sironi.
Sono trascorsi dunque oltre 15 anni e la memoria del riconoscimento tende naturalmente ad affievolirsi tra gli attuali reggitori della cosa pubblica, ma l’iscrizione nella “Lista dei Siti” non è una medaglia che si appunta al petto e che rimane incondizionatamente: l’UNESCO, gestore dei Siti, ne segue la cura, le evoluzioni, chiede periodici report anche sul beneficio che ne deriva agli insigniti, e può formulare suggerimenti e indirizzi sui comportamenti fino ad arrivare anche alla radiazione (poche, ma ce ne sono state).
Va fatto soprattutto notare che l’Ufficio UNESCO di Parigi opera in totale autonomia e non dipende dalle decisioni o autorizzazioni che possano essere rilasciate da Organi, ai vari livelli, statuali.
Un esempio l’abbiamo già avuto a Verona. L’elevazione concessa ai 7 piani dell’Hotel Lux nei pressi di Porta Palio portò tempestivamente ad un interpello del Bureau di Parigi al Comune di Verona perchè il nuovo cono d’ombra maggiorato andava ad estendersi fino ai prospicienti bastioni ed alle fortificazioni/mura pure inserite nel sito in quanto Verona rappresenta – per il criterio IV – “in modo eccezionale il concetto della città fortificata in più tappe caratteristico della storia europea”. E al tema della “conservazione”, in precedenza tenuto in secondo piano, è dovuta l’improvvisa virata eseguita dal Sindaco Flavio Tosi in una diretta televisiva a giustificazione della copertura. “L’ obiettivo della copertura (ha detto il Primo Cittadino) non è quello di permettere di fare lo spettacolo quando piove, ma preservare il monumento dalla pioggia”.
Non si tratta, quindi, di chiedersi se è bello o brutto, ma piuttosto quanto è utile una eventuale copertura per conservare l’Arena, copertura e conservazione comunque parziale del monumento, forse dalla pioggia (ma per vento, neve caldo, freddo, smog cosa si fa?) e quale intervento sia possibile/accettabile sullo stesso.
Se dovessero esserci conseguenze da parte dell’Ufficio UNESCO di Parigi, assai probabili, ci sarà qualcuno che si assumerà la responsabilità di spiegarci che questo “coperchio”val bene il Sito UNESCO?
Nella stessa chiave vanno valutate anche le proposte della ruota panoramica di 55 metri a ridosso delle mura e della copertura di via Mazzini.
Il riconoscimento di sito UNESCO, con le motivazioni citate all’inizio, non è né per sempre né senza condizioni. Perderlo sarebbe sicuramente un grave danno per l’immagine culturale e per l’economia turistica della nostra città.
Circolo Pd Centro storico
Febbraio 2017