D’Arienzo: il decreto immigrazione è legge
Abbiamo approvato la legge in materia di protezione internazionale e per contrastare l’immigrazione illegale.
Ad oggi il sistema prevede che l’immigrato che ha diritto alla protezione viene sentito dalla Commissione Territoriale e, in caso di diniego, può ricorrere ai tre gradi di giudizio a sua tutela.
I tempi medi per definire un procedimento sono di circa due anni.
Per ridurre il periodo, sono state migliorate le procedure per chi ha diritto di restare in Italia o deve essere rimpatriato. L’obiettivo è quello di ridurre i tempi a 6/10 mesi.
Innanzitutto, per mettere la Commissione nazionale per il diritto di asilo e le Commissioni territoriali in condizioni di far fronte al boom di domande sarà assunto, a partire da quest’anno, altro personale per l’esercizio di funzioni di carattere specialistico.
In luogo della verbalizzazione delle richieste di protezione è stata introdotta la videoregistrazione, mentre per le notifiche degli atti ai migranti interessati, sarà utilizzata la posta elettronica se essi sono domiciliati in un centro di accoglienza. Per gli irreperibili la notifica si intende eseguita dopo il deposito dell’atto in Questura per un periodo di 20 giorni.
Per accelerare le valutazioni sui ricorsi presentati dai migranti avverso diversi atti nei loro confronti, a partire dal diniego che la Commissione Territoriale può opporre alla loro richiesta di protezione, saranno istituire 26 sezioni specializzate presso le Corti d’Appello che svolgeranno un lavoro mirato ed esclusivo in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea.
Il procedimento giudiziario deve concludersi entro 4 mesi ed è stato eliminato il secondo grado di giudizio. In pratica, avverso il provvedimento del Giudice di primo grado si può ricorrere solo in Cassazione entro 30 giorni.
L’udienza davanti al Giudice, sia di primo grado che di Cassazione, è eventuale ed il contraddittorio è scritto. La ragione è che gli elementi di fatto sono ampiamente conosciuti.
Sono stati istituiti i Centri di permanenza per il rimpatrio. I nuovi Cpr dovranno essere allestiti nei siti e nelle aree esterne ai centri urbani che risultino più facilmente raggiungibili e dovranno essere di capienza limitata (100-150 posti al massimo).
Infine, il Prefetto d’intesa con i Comuni interessati promuoverà l’impiego dei migranti dimoranti presso i centri di accoglienza in lavori socialmente utili.
L’Italia continua ad essere sotto la pressione del fenomeno migratorio. La legge è una risposta concreta per snellire i tempi delle varie procedure da svolgere a tutela sia dei migranti sia del territorio nazionale.
On. Vincenzo D’Arienzo