Filobus: una cesoia su Via Mameli, servono scelte coraggiose
Togliere il muro di auto che quotidianamente transita su Via Mameli tra la Valpolicella e la città è un obbiettivo che merita la massima condivisione, ma anche la massima attenzione. Così come è stato pensato, o per meglio dire trascurato, il progetto del filobus, non solo porta all’eliminazione di tanti stalli auto su Via Mameli per effetto della riduzione a due delle corsie disponibili alle auto ma, in assenza di riordino complessivo della mobilità pubblica, il nuovo mezzo è destinato a creare pure una insensata cesoia tra i quartieri a nord di via Mameli (Quinzano, Avesa…) e tutto ciò che si trova a Sud della stessa.
Dal momento che il mezzo correrà sulle corsie centrali e in percorso protetto – come è giusto che sia – sarà praticamente inibita la svolta a sinistra delle auto che proverranno da Parona e Saval per raggiungere i servizi (si pensi soltanto a scuole e piscine) che si trovano a Nord (esempio zona Santini). Allo stesso modo la zona residenziale verso il fiume sarà praticamente inaccessibile a chi proverrà dall’ospedale. Escludendo l’ipotesi del complotto della giunta di destra per impedire la svolta a sinistra, questa prospettiva di disordine viabilistico è figlia dell’approssimazione con la quale è stato trattato finora il progetto.
Mancando studi del traffico aggiornati, non siamo nelle condizioni di quantificare il traffico che dalle auto si dovrebbe spostare sul trasporto pubblico.
I parcheggi scambiatori vanno fatti a nord di Parona per evitare l’ingresso in città dei veicoli provenienti dalla Valpolicella e far risparmiare tempo prezioso ai pendolari. Non disponendo di un piano di integrazione tra filobus e bus di linea, non si sa ancora come collegare i quartieri Nord che rischiano di essere tagliati fuori.
Si farà inoltre sentire l’errore strategico di non aver previsto alcuna tratta di filobus nel popoloso quartiere di Borgo Milano.
Il tema della deroga alla lunghezza inoltre non avrà la solidità necessaria fintanto non verrà sostenuto dalla progettazione e da sicurezze adeguate già richieste.
Siamo dunque giunti al momento delle scelte, che necessariamente dovranno essere coraggiose: cominciare dallo studio del traffico; avviare il piano del traffico urbano Partecipato, affinché le scelte siano condivise coi cittadini; proporre al Cipe la modifica di alcuni percorsi del filobus e della sicurezza necessaria ad avere un mezzo da 24 metri; lavorare al prolungamento del filobus verso Borgo Milano e i centri esterni alla città (Parona, San Giovanni Lupatoto, San Martino BA…) e alla sua integrazione con una metropolitana di superficie che sfrutti le stazioni ferroviarie dismesse, perché il filobus, così come è stato progettato, da solo non è in grado di fare la differenza.
Per il gruppo consigliare comunale Pd
Elisa La Paglia, consigliere comunale