Dimissioni degli eletti, elusa la legge?
Pochi giorni dopo il voto del ballottaggio del 25 giugno, una volta acquisita l’elezione a Consiglieri comunali di Verona, in quattro eletti della maggioranza si sono immediatamente dimessi per non assumere quella carica
La ragione è presto detta: poiché per legge chi è Consigliere comunale per due anni non può assumere incarichi in Enti partecipati dal Comune, le dimissioni senza assumere la carica evitano questo ostacolo.
Quindi, si tratta di persone che si sono candidate per essere elette in Consiglio Comunale e, per questo e solo per questo, hanno chiesto ed ottenuto consenso;
I fatti dimostrerebbero che gli interessati non hanno chiesto il voto per quello, ma per aumentare il proprio potere di contrattazione nei confronti del sindaco ed essere indicati a guidare alcuni Enti partecipati del Comune di Verona, ovvero incarichi più remunerativi e comunque di gestione di aziende rispetto a quello per il quale hanno chiesto la fiducia. Anche questi sono fatti che minano la fiducia nelle Istituzioni
L’art. 7 comma 2 del d.lgs. n. 39/2013 prevede, tra l’altro, che «A coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio del comune che conferisce l’incarico,..non possono essere conferiti…gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di..un comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti;
La ratio della norma voluta dal legislatore potrebbe comprendere anche la volontà di impedire qualsiasi commistione tra voto amministrativo ed incarichi in Enti partecipati
Ho presentato un’interrogazione al Ministero dell’Interno affinché valuti la condotta, in particolare il superamento della legge e, pertanto, ho suggerito un percorso normativo volto ad ampliare la norma in parola anche a situazioni analoghe a quelle segnalate in modo da evitare l’elusione del principio di cui all’art. 7 comma 2 del d.lgs. n. 39/2013.