Mobilità condivisa: concentrarsi sulle condizioni di sistema che la rendono conveniente

Pubblicato da il 8 Novembre 2017 0 Commenti

Se il fine della viabilità cittadina è di restare imbottigliati nel traffico, non cambia poi molto farlo con la propria auto privata o con quella condivisa. Forse anche questo può contribuire a spiegare perché il car sharing non sia entrato nel cuore dei veronesi.
Riguardo alle scelte future, invitiamo pertanto l’amministrazione a riflettere sulle condizioni di “sistema” che rendono più o meno vantaggioso un mezzo condiviso piuttosto che lambiccarsi sul tipo di mezzo da proporre (auto o scooter).
Le grandi città con cui dobbiamo confrontarci dispongono di parcheggi scambiatori, mezzi di trasporto rapido di massa come metropolitane e tranvie, aree in cui il traffico motorizzato privato è realmente disincentivato, all’interno delle quali la mobilità condivisa acquista un vantaggio competitivo reale.
Nella situazione in cui versa la nostra città, priva persino dei piani del traffico e in cui non sappiamo ancora se il filobus vedrà mai la luce, l’investimento più sicuro in sharing mobility è rappresentato dall’estensione del bike sharing anche ai quartieri, magari arricchendo l’offerta di biciclette con delle ebike, le bici elettriche a pedalata assistita. Va inoltre curata con particolare attenzione l’integrazione di ogni sistema sistema di sharing mobilità (auto, bici o scooter che sia) con il trasporto pubblico locale (bus e treni).
Con i mobility manager aziendali si deve promuovere il car pooling e si deve approfittare dei nuovi incentivi governativi che con la prossima finanziaria renderanno detraibile l’abbonamento ai mezzi pubblici e introdurranno i buoni trasporto aziendali sulla falsariga dei buoni pasto.

Il gruppo consiliare comunale Pd
Carla Padovani, Stefano Vallani, Federico Benini, Elisa La Paglia