D’Arienzo: il mio impegno nella legislatura. Proposta di primarie.

Pubblicato da il 8 Gennaio 2018 0 Commenti

Al termine della legislatura è giusto fare un bilancio dell’attività svolta.

Dai dati di OpenParlamento concernenti la legislatura appena conclusa emerge che in termini di presenze alle votazioni in Aula (ben 24.827 in tutto) sono risultato essere:

·      il 1° tra i 14 parlamentari di Verona di tutti i partiti

·      il 1° tra i 20 deputati PD del Veneto

·      il 2° tra i 51 deputati del Veneto di tutti i partiti

·      il 28esimo su 282 deputati del Partito Democratico

·      il 32esimo su 630 deputati complessivi

Tra i deputati del PD di Verona, sono il primo in termini di presenze (94,47%) e di atti parlamentari depositati: 106 tra proposte di legge, interrogazioni, emendamenti e ordini del giorno.

Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto e ringrazio tutti quelli che mi hanno dato una mano: siamo in tanti, altrimenti quei risultati non sarebbero stati possibili. Il 90% dei miei atti parlamentari hanno al centro il territorio veronese. Ho sempre detto che avrei avuto il vincolo di mandato per Verona e che a Roma avrei fatto il consigliere provinciale di Verona.

Per quanto riguarda la ricandidatura sto valutando il contesto.

Verona è una realtà difficile per il centrosinistra e le previsioni non sono positive. Tra i fatti a nostro sfavore annovero le regionali, le comunali di Verona – con l’assurda divisione nel centro sinistra causata dalla segreteria – e l’adesione al referendum della Lega sull’autonomia. Dopo le scelte sbagliate degli anni precedenti, la stragrande maggioranza dei nostri elettori è rimasta a casa, e l’indicazione di voto per il Si ha creato un ulteriore forte disorientamento.

Al contempo, però, Verona ha scelto noi alle Europee del 2014, quando abbiamo raggiunto circa il 40%, segno che c’è un riconoscimento delle capacità di Renzi – unico per noi in grado di competere – e che va creato l’entusiasmo giusto.

Come fare?

Per quanto riguarda la comunità del PD, mi è chiaro che la sospensione del congresso non consentirà al PD veronese di esprimersi sulle candidature per il Parlamento e temo che questo possa avere una certa influenza sulla campagna elettorale. Questo limbo è vissuto da una grande maggioranza degli iscritti come l’ennesimo colpo alla voglia di impegnarsi.

La legge elettorale, d’altro canto, potrebbe non favorire la partecipazione del territorio nella scelta dei candidati parlamentari: è una buona legge perché da un lato favorisce la coalizione ma, al contempo, è diffusa la percezione che siano i capi a scegliere chi dovrà tornare a Roma, al di là del lavoro svolto e del radicamento del candidato sul territorio.

Per questo ritengo che se vogliamo accompagnare il sentiment del popolo del centrosinistra – e anche oltre – che vuole partecipare in questo importante momento, fare le primarie sarebbe la scelta migliore. Come nel 2013, quando in una settimana siamo riusciti ad organizzare e fare le primarie. Era il 30 dicembre, peraltro. Allo stesso modo siamo organizzati per farle in qualsiasi momento.

Sono convinto che i tempi ci sarebbero e, se dipendesse da me, le proporrei e le farei fare subito.