Ma quale salva-Amia? Così la uccidono 

Pubblicato da il 14 Febbraio 2019 0 Commenti

Ammesso che non infranga la legge sulla tariffa dei rifiuti, la quale prevede che i costi dello smaltimento dei rifiuti vengano interamente coperti dalla tariffa, è facile prevedere che il cosiddetto salva-Amia si tradurrà nel breve-medio periodo in un ulteriore aggravio di costi per Amia stessa.
Ogni volta che l’azienda ha distaccato o ceduto dipendenti e relative funzioni ad Agsm, ad esempio le buste paga, Amia infatti ha sempre finito per pagare il servizio più di quanto le costasse produrselo da sola.
Inoltre questi trasferimenti o distaccamenti sono sempre stati occasione per creare nuove figure dirigenziali o semi-dirigenziali (la Promuovopoli che denunciamo da anni) con relativo aggravio di costi amministrativi che vanno immediatamente a discapito degli investimenti su mezzi e personale operativo.
Il combinato disposto di questi fattori determina un sensibile deperimento della qualità del servizio reso al cittadino perché, quando il personale operativo è sottodimensionato e male gestito, si saltano turni di lavoro, i cassonetti non vengono svuotati o rimangono sporchi e le strade non vengono lavate.
Gli ultimi trasferimenti sono poi particolarmente controversi. Le funzioni coinvolte sarebbero quelle degli addetti alle telecamere e della contabilità analitica. Ma se il servizio svolto internamente è tanto inefficiente, di chi sono le responsabilità? E perché non metterlo provocatoriamente a gara anziché scaricarlo alla capogruppo? Amia non finirà anche questa volta per pagare di più?
Grave inoltre che una procedura simile venga avviata senza interpellare i sindacati che in questi anni si sono sempre dimostrati attenti e responsabili rispetto all’azienda. Se si vuole fare un favore ad Amia, ma anche ad Agsm, si proceda ad una reale integrazione aziendale, riducendo le società partecipate come Transeco e Serit che ormai non hanno più ragione di esistere nella forma attuale, ciascuna con il suo direttore, presidente, consiglio di amministrazione…
Quanto a Croce ci limitiamo ad osservare che se non ha più la fiducia del suo consiglio di amministrazione farebbe bene a dimettersi.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Elisa La Paglia, Federico Benini, Stefano Vallani