Salvini sbaglia, e anche molti italiani.
La chiusura dei porti è solo l’esaltazione di una propaganda basata sull’intolleranza e sul ricatto sulla pelle di tanti disperati.
Situazioni come quelle delle navi Diciotti e Sea Watch, prima gestite in modo razionale e prudente, adesso sono utilizzate per strumentalizzare gli eventi a fini di lucro elettorale.
Salvini sbaglia innanzitutto l’approccio. Le sue astruse convinzioni che i porti chiusi fermino le partenze sono la più grande illusione con la quale imbonisce il Paese.
Il fatto che in Italia approdino meno migranti del passato non corrisponde al dato che siano meno quelli che partono. La pressione migratoria è intatta e si dirige verso altre direttrici. Ma di questo “chissenefrega”, direbbe Salvini.
Come pure non è assolutamente vero il Governo stia aiutando i Paesi dai quali i migranti partono. Finora, Salvini non ha chiuso un accordo con nessuno. E la sua promessa che li avrebbe rimpatriati tutti è ferma lì. Nonostante i suoi viaggi in Africa, non ha ottenuto nulla.
Gli accordi sono fermi, le bugie e la propaganda corrono.
La stessa modifica del Regolamento di Dublino III è ferma a causa del veto dei Paesi europei con i quali Salvini si è alleato contro il fenomeno migratorio creando il corto circuito che a lui serve per gridare contro l’Europa e alimentare la sua propaganda.
Di conseguenza, fallite tutte le sue promesse che fa? Ricatta tutti tenendo in ostaggio i più disperati.
Non ci giuro, ma non credo di andarci molto lontano immaginando queste scenette: Salvini viene a conoscenza della nave che arriva. Meglio se siano pochi, perché diversamente non potrebbe fermarli in mare a lungo. Sono una quarantina? Bene, allora inizia la sua propaganda: “porti chiusi e nessun sbarco, se li prenda l’Europa”.
Poi, non sazio, urla la difesa dei confini nazionali, come a dire che lo sbarco di qualche decina di naufraghi da una nave, corrisponda ad un pericolo per i confini nazionali.
Alla fine qualcuno più intelligente e umano c’è sempre in giro, MAI, però, i suoi amici dell’Europa dell’Est, gli stessi che bloccano ogni politica UE sulle migrazioni. Ovviamente, lui lo sa e MAI chiede loro di fare la propria parte, nomina solo la Francia e la Germania.
Quando i pochi migranti vengono accolti, (“ecchissenefrega se pochi moretti restano in mare”), Salvini dipana la sua propaganda: “avevo ragione”.
Capito il trucco?
Fin quando gli italiani si faranno imbonire, lui andrà avanti e spera che vi sia una “Sea Watch” al mese, almeno fino alle elezioni europee.
Gli italiani sono comunque il punto nodale della vicenda. Si accontentano del visibile perché non conoscono il resto. Accordi con i Paesi africani e modifica del Regolamento di Dublino III sono cose non palpabili. Non vederli approdare o sbarcare, è il dato immediato, seppur limitato ad oggi.
Sen. Vincenzo D’Arienzo