Discarica Cà Bianca, arrivano le conferme del Ministero dell’Ambiente
Il Ministero dell’Ambiente conferma l’inquinamento della falda a Zevio. Il gestore della discarica sta facendo quanto ordinato dalla Regione Veneto?
Il Ministero dell’Ambiente, rispondendo alla mia interrogazione presentata in merito, ha confermato che nelle acque di falda a Zevio sono presenti sostanze perfluoroalchiliche, i temuti PFAS, seppure in quantità inferiori ai livelli di soglia previsti.
Per la prima volta, quindi, queste sostanze pericolose sono state riscontrate fuori dalla cd. “zona rossa” ovvero la vasta zona delle province di Vicenza, Padova e Verona, in particolare nel colognese e nella pianura.
A dispetto di quanto si tenta di negare sul territorio, il Ministero dell’Ambiente ha:
– confermato la presenza di PFAS nelle acque di falda di alcuni piezometri e nel percolato ed in particolare del composto cC6O4, uno specifico PFAS in produzione solo dal 2013,
– confermato che le sostanze PFAS sono state riscontrate nella falda dell’area sottesa alla discarica,
– rivelato che la Regione del Veneto ha imposto al gestore della discarica una serie di interventi preventivi a scopo precauzionale, come la messa in atto di un controllo mensile del rispetto del franco di falda dal fondo di discarica, l’abbassamento e mantenimento al minimo tecnicamente compatibile del percolato nei pozzi di estrazione, un ampliamento della rete piezometrica ed un aumento della frequenza dei controlli estesi anche al composto cC6O4,
– confermato l’esistenza di una indagine della Procura della Repubblica di Verona sulla quale vige tuttora il segreto istruttorio.
A questo punto nessuno può più far finta di nulla. Compreso il gestore che, anziché tentare di intimidire il sottoscritto – ma su questo hanno prodotto l’effetto contrario -farebbe bene a chiarire pubblicamente se ha posto in essere tutte le disposizioni imposte dalla Regione.
Lo chiedo a gran voce per la necessaria chiarezza che serve in questa occasione.
E se ha fatto il proprio dovere, possiamo conoscere i risultati dei controlli fatti la cui frequenza è stata incrementata?
Può il gestore dirci se ha ampliato la rete piezometrica e quali controlli ha operato nei nuovi piezometri realizzati?
E se ha fatto il proprio dovere, possiamo conoscere i risultati dei controlli fatti la cui frequenza è stata incrementata?
Domande lecite, considerate le precise richieste, prima del Consigliere Fittà di Zevio Bene Comune e, recentemente, della Dirigente dell’Uff. Ecologia del Comune di Zevio alle quali non è stata fornita alcuna risposta adducendo strane motivazioni.
La Regione del Veneto non ha operato alcuna scelta restrittiva in ragione del fatto che le soglie limite per i composti PFAS non sono stati superati. Mi sorge una domanda, però: ovviamente è una buona notizia, e l’avevo già specificato in passato, ma queste sostanze una volta ingerite si sommano giorno per giorno o vengono tranquillamente smaltite dal corpo umano?
Come è noto queste sostanze sono presenti anche nel sangue dei residenti nelle zone contaminate della “zona rossa” con livelli molto alti, spesso notevolmente superiori ai limiti ritenuti di sicurezza. Quindi, è meglio sgombrare il campo da qualsiasi dubbio.
Sulle indagini della magistratura, massimo rispetto, anche se tutti aspettiamo con ansia le conclusioni per fare definitivamente chiarezza.
Vincenzo D’Arienzo, Senatore Pd