Lotta alla droga: no ai test di massa nelle scuole, interrogazione al Miur
Sulla legittimità di condurre test antidroga di massa all’interno delle scuole medie e superiori di Verona e del Veneto la deputata Alessia Rotta ha inoltrato interrogazione al Ministro dell’Istruzione.
Per come stati presentati e illustrati, prima in commissione consiliare e poi sulla stampa, i test non garantiscono né l’anonimato né l’adesione su base volontaria. La linea tracciata dal responsabile del progetto dottor Serpelloni è chiarissima: se rifiuta il ragazzo, la famiglia viene informata, se rifiuta anche la famiglia, per Serpelloni è legittimo “farsi una certa idea”. L’anonimato scompare nel momento in cui vengono raccolti nomi e cognomi e catalogati referti.
L’unico vero effetto che una campagna del genere è in grado di provocare è di allontanare dalla scuola gli adolescenti che effettivamente hanno dei problemi con le sostanze. E deresponsabilizzare il ruolo dei genitori che in nessun modo possono delegare i propri compiti attraverso la firma di una liberatoria. L’esatto contrario di ciò che serve ad un ragazzo in difficoltà. Per non parlare dell’etichettatura a cui si sottopone chi legittimamente rifiuta l’esame.
Si tratta, in definitiva, di una inaccettabile invasione di campo nel rapporto tra studenti, scuola e famiglie, perché attacca i principi stessi su cui si fondano gli istituti partecipativi della scuola. Ci sono responsabilità della scuola e responsabilità dei genitori. Qualcuno ha scambiato i punti di ascolto del disagio per dei punti di denuncia.
Per come stati presentati e illustrati, prima in commissione consiliare e poi sulla stampa, i test non garantiscono né l’anonimato né l’adesione su base volontaria. La linea tracciata dal responsabile del progetto dottor Serpelloni è chiarissima: se rifiuta il ragazzo, la famiglia viene informata, se rifiuta anche la famiglia, per Serpelloni è legittimo “farsi una certa idea”. L’anonimato scompare nel momento in cui vengono raccolti nomi e cognomi e catalogati referti.
L’unico vero effetto che una campagna del genere è in grado di provocare è di allontanare dalla scuola gli adolescenti che effettivamente hanno dei problemi con le sostanze. E deresponsabilizzare il ruolo dei genitori che in nessun modo possono delegare i propri compiti attraverso la firma di una liberatoria. L’esatto contrario di ciò che serve ad un ragazzo in difficoltà. Per non parlare dell’etichettatura a cui si sottopone chi legittimamente rifiuta l’esame.
Si tratta, in definitiva, di una inaccettabile invasione di campo nel rapporto tra studenti, scuola e famiglie, perché attacca i principi stessi su cui si fondano gli istituti partecipativi della scuola. Ci sono responsabilità della scuola e responsabilità dei genitori. Qualcuno ha scambiato i punti di ascolto del disagio per dei punti di denuncia.
Elisa La Paglia, consigliera comunale Pd
Alessia Rotta, deputata Pd