Meno stadi, più caditoie: dopo il quinto allagamento da giugno il Sindaco presenti un piano straordinario

Pubblicato da il 18 Agosto 2020

Dopo la quinta bomba d’acqua che da giugno manda sotto diversi quartieri della città, è tempo che il Sindaco faccia fronte alla necessità di un piano straordinario per prevenire i danni degli eventi atmosferici violenti ed improvvisi, che non possono più essere considerati una fatalità.

Non è questione soltanto di Porta Borsari, il cui scandalo è evidente e vergognoso benché il Sindaco cerchi di incolpare Acque Veronesi. Non era stato proprio Sboarina alla fine del 2018 ad inaugurare i lavori di Porta Borsari, che si stanno rivelando perfettamente inutili, promettendo: “Mai più Verona allagata?”.

E inoltre: se sottopassi e gallerie si allagano ad ogni nubifragio, significa che il sistema di smaltimento delle acque è inadeguato e che va riadattato. Abbiamo visto tutti, ieri, i lungadigi trasformati in torrenti ricoperti di foglie. Del patrimonio arboreo ci si deve prendere cura con i fatti e non con gli annunci come quelli reiterati da due anni a questa parte dall’assessore Padovani sul piano del verde. Un buon rapporto tra superfici impermeabilizzate e verde pubblico aiuta la città e i cittadini a respirare meglio e a prevenire le bolle di calore.

Queste, insieme ad interventi specifici per Veronetta, sono le opere che servono urgentemente alla città. Per usare uno slogan: meni stadi, più caditoie…

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani