A Borgo Trento svuotati i reparti di Pediatria. C’entra il Citrobacter? La Paglia: “Da fine luglio sono chiusi. Perché nessuno è stato informato? Chiediamo chiarezza su tutto e che abbia fine il clima di omertà su questa gravissima vicenda”
“Ci risulta che da fine luglio siano stati svuotati i reparti di Pediatria dell’ospedale di Borgo Trento. Cosa sta succedendo? C’entra qualcosa il Citrobacter? Perché nessuno ne ha parlato? Perché le famiglie non ne sono state informate? Quanto durerà questo disservizio? Chiediamo la massima trasparenza, il clima di omertà su questa tristissima vicenda deve finire”.
Elisa La Paglia, candidata alle elezioni regionali, interviene dopo la morte di Alice, la neonata morta ieri pomeriggio, nella sua casa, dove veniva curata dopo le dimissioni da Borgo Trento. L’ennesima vittima del batterio nell’ospedale veronese. “Sono due mesi che sono state avviate due commissioni d’indagine con i massimi esperti in materia e ancora non si sa nulla – attacca La Paglia -. Due anni dopo i decessi che ha portato alla morte molti neonati, causando la disabilità grave di una ventina di piccoli ricoverati, da parte dell’Azienda ospedaliera non c’è ancora la trasparenza dovuta ai genitori dei bambini e ai cittadini, come confermano le parole contenute nella lettera straziante della mamma della piccola Alice. Veniamo infatti a sapere che, da alcune settimane, sono stati svuotati i reparti di Pediatria all’ospedale di borgo Trento dedicati ai pazienti di età da 1 mese a 16 anni. Questo significa che attualmente funzionano solo il Pronto soccorso pediatrico e l’Osservazione breve di Borgo Trento. Oltre a trovarci di fronte all’ennesimo grave disservizio, con i cittadini che vengono privati, senza neppure esserne informati, di un reparto importantissimo, ci si chiede anche il perché di questa improvvisa chiusura. C’è il sospetto di Citrobacter in pediatria? Se così non è, quali sono i motivi? E quanto durerà questa chiusura? Le famiglie hanno il diritto di sapere. Non può esserci omertà su eventuali rischi clinici, non possono esserci più vittime della disinformazione e della noncuranza. Inoltre ci domandiamo come viene ora impiegato il personale di Pediatria e se gli verrà chiesto di andare a sostenere i servizi del territorio. Infine, auspichiamo che non si verifichi mai più l’accanimento terapeutico nei confronti di bambini che stanno vivendo gli ultimi giorni di vita, com’è accaduto ad Alice”.