Bigon:” Cemento e asfalto continuano a farla da padrone: per il terzo anno consecutivo il Veneto è la regione con il maggior incremento di consumo di suolo”.

Pubblicato da il 24 Agosto 2020

Chissà se per la Lega e Zaia anche questo è un primato di cui vantarsi. E la provincia di Verona balza in testa alla classifica nazionale con un incremento di 252,6 ettari, 70 in più di Roma. Sono dati che rattristano ma non sorprendono, visti i decenni di consumo del suolo selvaggio, per niente scalfito dalla nuova legge regionale, piena di deroghe da renderla assolutamente inefficace.

Cambi di rotta all’orizzonte però non se ne vedono. Il Piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC) approvato sul finire della legislatura peggiora addirittura le cose. Un documento privo di valenza paesaggistica, nonostante 11 anni di lavoro e 5 milioni di costo per i contribuenti veneti, che fa decadere le norme di salvaguardia di importanti aree ambientali, come quella del Monte Baldo.

Ciliegina sulla torta, si fa per dire, la ricomparsa del progetto Motorcity, tra Trevenzuolo e Vigasio, già impattante 20 anni fa, quando venne proposto per la prima volta: la terza opera più grande del Veneto dopo Passante di Mestre e Mose.

Da allora il quadro ambientale e territoriale è ulteriormente compromesso, ma la maggioranza leghista non se n’è accorta. A conferma di ciò, l’ultimo atto della commissione Infrastrutture e Ambiente che ha dato il via libera alla variante per l’Ecoborgo a San Massimo, nell’area dell’ex Seminario, consentendo un ulteriore ampliamento dell’area commerciale, senza tenere minimamente conto delle criticità e delle necessità del territorio. Come troppe volte è accaduto per tutta la provincia di Verona.