Bigon: “Borgo Trento riapre? Era ora, ma le domande restano e i veronesi meritano risposte”.

Pubblicato da il 2 Settembre 2020

Il punto nascite di Borgo Trento riapre? Bene, dopo due mesi di chiusura era ora.

Ma vista la gravità della minaccia che ha costretto alla chiusura, i veronesi meritano dalla Regione risposta alle domande che, malgrado tutto, restano aperte.

Cos’è successo? Com’è stato possibile che un luogo così delicato come un reparto maternità sia stato colpito dal Citrobacter?

Come mai due sanificazioni in due mesi non erano state sufficienti per metterlo in sicurezza?

Cosa è stato fatto per consentire, guarda caso a 20 giorni dal voto, di riaprire la struttura?

Che garanzie hanno le future mamme, che il pericolo sia stato debellato, una volta per tutte?

Oggi Zaia e la giunta regionale agitano come un successo la riapertura, ma ciò che dovrebbero fare è dare spiegazioni chiare ed esaustive su come sia potuto accadere che per oltre 60 giorni le donne veronesi siano dovute andare altrove in cerca di un luogo sicuro dove partorire. Non sono cose normali per un paese civile. Non è normale che si verifichi una minaccia del genere e non è normale che servano due mesi per tornare alla normalità.

Io sono e resto al fianco delle mamme e delle famiglie. Ci sono state delle vittime, non accetteremo che si faccia finta di nulla sulla pelle delle donne e dei bambini. Perché non si è pensato a demolire e ricostruire? La perizia cosa narra in merito?

Anna Maria Bigon, candidata al Consiglio Regionale alle elezioni del 20 e 21 settembre