Bigon: “Sul caso Citrobacter la verità che emerge è sconcertante”.

Pubblicato da il 4 Settembre 2020

La Regione guidata da Luca Zaia deve assumersi le proprie responsabilità politiche.

Non accetteremo silenzi elettorali, non accetteremo risposte di comodo, non accetteremo nessun indegno scaricabarile. Mai.

Il caso del reparto maternità all’ospedale di Borgo Trento ha visto una sequenza incredibile di silenzi e di errori da parte della Regione Veneto. Che un ospedale, nel suo reparto maternità, sia una minaccia per la salute, è qualcosa di inaccettabile, moralmente e politicamente.

Almeno ora, basta omertà e fuori subito le carte ufficiali: non ci bastano le veline di giornale. Ci sono domande che meritano risposta e la meritano adesso, non dopo le elezioni del 20 settembre:

Alla Regione sono serviti due anni per scoprire le cause del batterio killer e ancora adesso la relazione ufficiale non è stata messa a disposizione. Che cosa vuole nascondere Zaia?

Dai giornali veniamo a sapere che il citrobacter si sarebbe annidato nel rubinetto del lavandino utilizzato dal personale della Terapia intensiva neonatale per prendere l’acqua da dare ai neonati insieme al latte. Com’è possibile che due distinti interventi non siano bastati a sanificare il reparto?

Al Punto natalità e in Patologia neonatale sono stati fatti dei lavori. Che garanzie hanno le donne di poter partorire a Borgo Trento in sicurezza?

Quali garanzie di qualità offre il sistema delle gare e degli appalti? Se l’unico criterio è una forsennata corsa al ribasso dei costi il risultato è una qualità scadente dei servizi.

Anna Maria Bigon, candidata al Consiglio Regionale alle elezioni del 20 e 21 settembre