IL PUNTO DEL SEGRETARIO

Pubblicato da il 29 Novembre 2020

Gli innominabili della crisi.
Benvenuto al nuovo gruppo giovani PD Terza.

La crisi in corso, che sappiamo essere assieme sanitaria, economica e sociale, ha delle vittime dichiarate e in buona parte riconosciute, come nel caso della tragedia degli anziani chiusi nelle case di riposo, ma anche vittime non dichiarate e perfino innominabili: i giovani.
Parliamo di quelli in età lavorativa che l’estate scorsa avrebbero determinato gli ammassamenti nei locali notturni trasformati in discoteche di fatto, con il nulla osta politico anche della Regione Veneto. Proprio loro, ma osservati però di lunedì.
Secondo una analisi apparsa di recente sul Sole 24 Ore a firma di Tortuga, un think tank di giovani millennials, professionisti e studenti nell’ambito dell’economia e delle scienze sociali, per lo più gravitanti attorno alla Bocconi, “se per gli over 50 le condizioni occupazionali restano sostanzialmente invariate”, grazie al contratto a tempo indeterminato, alla cassa integrazione e al blocco dei licenziamenti, “con l’avvento del Covid tutte le altre fasce d’età subiscono in soli quattro mesi una forte riduzione del tasso di occupazione, che elimina gran parte della (pur debole, ndr) crescita accumulata nei sei anni precedenti”.
Il Covid avrebbe quindi interrotto anche l’ultimo refolo di vento che aveva sospinto l’occupazione giovanile tra il 2014 e il 2020, bloccando nel limbo dell’assistenza o nel nido della famiglia centinaia di migliaia di giovani.
Secondo il think tank bocconiano l’unica, vera e universale àncora di salvezza resta la laurea: “Sebbene tra il 2019 e il 2020, a causa della crisi, il numero di occupati sia calato per ogni categoria di età, il calo è stato due volte e mezzo maggiore per i lavoratori under 34 senza una laurea e oltre 4 volte maggiore per i più anziani”.
La storiografia, ma anche la discografia, degli ultimi 40 anni sono piene di generazioni “senza vento” che faticano a trovare il proprio posto nel mercato del lavoro e tanto più nella vita pubblica.
È dunque da salutare con soddisfazione la costituzione, in un periodo così difficile, del nuovo gruppo giovani del terzo Circolo Pd, che si è subito presentato con un progetto di rivitalizzazione delle piazze cittadine.
Non delle mosche bianche, ma forse piuttosto il precipitato locale di un movimento giovanile che esiste e si sta facendo sentire anche a livello nazionale, ad esempio con Officine Italia, federazione di una sessantina di associazioni e gruppi under 35 che al Governo ha presenta to Piano Giovani 2021, chiedendo di essere coinvolti nel Piano nazionale ed europeo di rilancio post Covid.
Con gli strumenti della politica possiamo provare insieme a colmare i tanti divari – formativi, politici, culturali, infrastrutturali – che continuano a distanziare il Veneto dal resto delle regioni più avanzate dell’Europa e che fanno mancare, ancora oggi, tanti profili professionali alle aziende del territorio, alimentando ancora l’emigrazione dalle nostre terre senza prospettive di rientro.
Smettiamola una buona volta con la retorica del Veneto tutto “scarpe grosse e cervello fino” che esiste ormai soltanto nell’aneddotica del leggendario nordest delle origini.

Maurizio Facincani