IL PUNTO DEL SEGRETARIO
Si fa presto a dire digitalizzazione
Ci illudevamo tra il 2017 e il 2018 di avere marcato una cesura storica, apprendendo dalle ricerche di mercato che in Italia i telefonini avevano ormai superato il numero di televisori e che eravamo diventati il terzo paese al mondo per diffusione di smartphone (pur non producendone neanche uno). Tuttavia il tema della formazione delle competenze digitali e dell’economia digitale è un attimo più complesso e spinoso.
Sono passati soltanto due o tre anni e l’introduzione della didattica a distanza a cui ci ha costretti la pandemia ci ha riportati al principio di realtà che suona una musica ben diversa: il 33,8% dei ragazzi italiani è privo di un personal computer, mentre il 57% di essi deve condividerlo con altri componenti della famiglia.
Si aggiunga che le competenze richieste dalla sfida della digitalizzazione oggetto del tanto tormentato Recovery Plan sono ben più profonde della conoscenza del “pacchetto office” che tutti inseriamo in chiusura del curriculum vitae.
La stessa definizione di competenze digitali va riformulata. Il punto di riferimento è ancora quella che ne diede il Parlamento Europeo nel 2006 ovvero “le abilità di base nell’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
E’ chiaro però che la differenza la faranno le competenze avanzate e specialistiche, definite come “una dimostrata abilità di applicare conoscenza (knowledge), abilità (skill) e attitudini (attitude) per raggiungere risultati osservabili”.
Fatti, dunque, non opinioni su Facebook.
Il punto è che la digitalizzazione, cioè il nuovo livello di automazione dei processi consentito dalle nuove tecnologie informatiche, investirà tutti i settori chiave dell’economia e sarà trasversale alle funzioni, non riguarderà cioè solo quelle apicali o specialistiche. Non sarà la “fine del lavoro” di cui ciclicamente si sente parlare, l’unico rischio vero è di farsi trovare impreparati. È questa la sfida che investe non solo le nuove generazioni ma anche chi perderà il posto di lavoro e dovrà cercarsene un altro: senza competenze digitali avanzate si rischierà di essere espulsi dal ciclo produttivo e restare disoccupati, con le conseguenze sociali drammatiche che ne conseguiranno.
Per comprendere quanto lunga e in salita sia ancora la strada, basta dare una occhiata agli obiettivi del Piano per l’attuazione della “Strategia nazionale per le competenze digitali” pubblicato lo scorso dicembre dall’ormai ex governo giallo-rosso: raggiungere entro il 2025 la quota del 70% di popolazione con competenze digitali almeno di base, il che significa un incremento di oltre 13 milioni di cittadini rispetto ai dati 2019; duplicare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate (il 78% dei giovani, il 40% dei lavoratori nel settore privato e il 50% di dipendenti pubblici); triplicare il numero dei laureati in ICT e quadruplicare quelli di sesso femminile; incrementare del 50% la quota di PMI che utilizzano specialisti ICT; aumentare di cinque volte la quota di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici portandola al 64% quindi al livello dei Paesi europei più avanzati.
Il divario è ben radicato anche nel nostro territorio: l’ultimo rapporto del Sole 24 Ore sulla qualità della vita vede la città di Verona 87esima su 107 comuni capoluogo per identità digitali (Spid) erogate e 71esima per spesa dei fondi europei per l’Agenda digitale.
Verona è la decima grande città italiana ma è solo 22esima per indice di trasformazione digitale dei servizi pubblici. L’arretratezza organizzativa degli uffici dell’Edilizia Privata sta frenando l’applicazione del Superbonus 110% per l’efficientamento energetico degli immobili residenziali.
Anche queste storture devono essere oggetto di campagna elettorale e di azione politica. Sarebbe bello con i soldi dell’Europa del Recovery Fund acquisire l’organizzazione e la formazione che ci mancano! Ecco una sfida importante per il Governo Draghi.
Maurizio Facincani
Segretario Provinciale