Pd Veneto: “Tamponi di terza generazione alle Rsa e dosaggio delle immunoglobuline a tutto il personale sanitario vaccinato”
Il Pd si è sempre battuto per la sicurezza dei lavoratori della Sanità e per la sicurezza di ospiti e professionisti delle RSA, dapprima con le battaglie per la fornitura e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (in particolare le mascherine nella prima ondata pandemica), e poi su tutta la questione dei tamponi periodici.
Abbiamo letto in questi giorni con molto interesse il documento preparato da 14 primari/referenti di Microbiologia del Veneto e riteniamo certamente che sia una ottima notizia l’indirizzo di utilizzare i tamponi rapidi di terza generazione che danno risultati assimilabili ai tamponi molecolari, pur restando questi ultimi ancora il gold standard da utilizzarsi in situazioni specifiche.
L’utilizzo esclusivo dei tamponi rapidi di terza generazione deve urgentemente essere attuato anche alle RSA e residenze per disabili e malati psichici, e quindi chiediamo alla Regione, in linea peraltro con le indicazioni del documento, che urgentemente procuri i lettori elettronici necessari per questo tipo di tamponi da rilasciare a queste strutture dal momento che ancora oggi utilizzano i tamponi rapidi di prima e seconda generazione che non garantiscono lo stesso livello di accuratezza.
Inoltre sottolineiamo una questione che ci è stata richiesta da numerosi professionisti sanitari, ovvero che a due settimane dopo la seconda dose di vaccino anti COVID vengano dosate le immunoglobuline specifiche per capire chi ha avuto una risposta immunitaria adeguata, e quindi deve considerarsi protetto e chi invece – ci si aspetta un 5% – non ha risposto e risulta quindi non protetto.
Seppur esiguo in termini percentuali, questo personale rappresenta, su 100 mila tra lavoratori del sanitario e del sociale, un numero consistente in termini assoluti, e va pertanto identificato e tutelato.
Inoltre, se a breve, come sembra, verrà confermato che le persone vaccinate con un buon titolo anticorpale non potranno nemmeno essere portatori asintomatici del virus e trasmetterlo agli altri, a questo personale a cui è stato fatto il dosaggio delle immunoglobuline con titolo adeguato si potrà sospendere anche l’esecuzione periodico del tampone con risparmio di stress per i professionisti e di denaro per la sanità pubblica.
Quindi esortiamo la Regione a prevedere di dosare le immunoglobuline a tutto il personale vaccinato (il costo si aggira sui 3 euro). Una volta acquisiti questi dati, si potrà dunque da una parte tutelare chi non ha risposto al vaccino e dall’altra parte, non appena gli studi confermeranno che chi ha fatto il vaccino non può trasmettere la malattia, sospendere il tampone periodico con risparmi enormi di denaro visto che il dosaggio delle immunoglobuline costa meno dell’esecuzione di un singolo tampone.
Per tutto il gruppo Sanità del Partito Democratico del Veneto
Anna Maria Bigon, vicepresidente Commissione Sanità della Regione
Claudio Beltramello, coordinatore del gruppo
Margherita Miotto, gia’ Deputata e Consigliera regionale