Carenza aule studio: si adegui il regolamento della Civica e si allestiscano nuovi spazi provvisori al Camploy e alla Gran Guardia

Pubblicato da il 10 Febbraio 2021
Come Pd cogliamo il malessere segnalato da tanti utenti, ragazzi e studenti, della Biblioteca Civica per le limitazioni e le nuove procedure ingiustificatamente complesse adottate dai nuovi responsabili del servizio che non sembrano rispondere alle prescrizioni dei Dpcm quanto più ad una interpretazione personale delle regole.
 
Oggi emerge dalla Commissione sesta che il nuovo dirigente della biblioteca civica sta lavorando per una riapertura di otto posti in consultazione sala studio. A fronte dei 765 posti ante COVID e dei 259 previsti con la pandemia in corso come da piano sicurezza redatto per la riapertura delle biblioteche di luglio 2020, gli otto posti proposti oggi in commissione sono una presa in giro.
 
Chiediamo pertanto all’amministrazione comunale di intervenire per allineare le procedure di accesso al servizio di prestito libri e di fruizione delle aule studio ai livelli delle altre città, il che significa non dovere compilare i moduli Covid, di recente reintrodotti, in fase di ritiro dei libri prenotati per gli utenti già registrati; non doversi registrare due volte per entrare ed uscire; riaprire gli spazi studio della sede centrale e quelle periferiche

Ma bisogna fare anche qualcosa in più: con la didattica a distanza che coinvolge ancora una larghissima fetta di popolazione studentesca sia delle secondarie che delle università, sappiamo in partenza che la sola biblioteca civica è del tutto insufficiente a soddisfare la domanda di aule studio. Sappiamo inoltre che, al momento, l’ateneo scaligero apre le aule studio soltanto ai propri iscritti. E’ dunque necessario allestire nuovi spazi per dare una risposta concreta ai bisogni degli studenti.

Dal Camploy alla Gran Guardia in città esistono purtroppo tanti contenitori culturali che al momento non possono essere utilizzati a causa dell’emergenza Covid e che pertanto potrebbero essere almeno parzialmente e temporaneamente riconvertiti in aule studio con poca spesa (luce, banchi, sedie, eventuale wifi), così come possono essere convertite a questo scopo le molte sale pubbliche delle circoscrizioni al momento non utilizzate.

Chiediamo inoltre di intervenire presso l’ateneo scaligero affinché esso valuti la possibilità, una volta terminata la sessione d’esame in corso, di ammettere nelle proprie aule studio la generalità degli studenti universitari veronesi e non solo quelli iscritti ai propri corsi di laurea.

Non tutti dispongono nella propria abitazione di spazi adeguati, specialmente in tempi di telelavoro e di restrizioni. Mettere a disposizione degli studenti soluzioni alternative significa sostenere concretamente il diritto allo studio.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Elisa La Paglia, Stefano Vallani