Le gravi parole del Sindaco di Verona: “LA STORIA NON VA STUDIATA”
Se la frase non fosse già grave in sé il conteso la aggrava: Sboarina ha rivolto queste parole alla Presidente della Consulta Provinciale degli studenti di Verona dopo il suo intervento alla cerimonia della Giornata del Ricordo.
Troppo poco si è studiata questa parte di storia dello scorso secolo, questa la ferita nella ferita che grava sul nostro paese, responsabile della sua assenza dai testi e programmi scolastici.
Poteva fermarsi qui il nostro Sindaco? Certo che no, ieri ha duramente attaccato pubblicamente la Presidente degli Studenti, Camilla Velotta, definendo ideologico un intervento che spronava proprio a studiare: “Ricordare serve proprio a questo: capire le cause profonde di tanti mali, e guardare al presente con la consapevolezza che è necessario tenere sempre l’attenzione alta sull’avanzata di nuove ingiustizie.” le parole di Camilla.
Quali colpe avrebbe Camilla? Aver fatto menzione della complessità storica di quegli eventi, complessità citata dalla stesse legge che ha istituito la Giornata del Ricordo? Aver osservato che ciò che per noi era il confine orientale per altri era un confine occidentale e che oggi siamo tutti in un’Europa che ci ha unito oltre i nazionalismi? Che a soffrire oggi sui nostri confini europei ci sono persone lasciate in condizioni disumane, donne, uomini, bambini che non possiamo abbandonare se l’umanità e il rispetto delle vite, tutte, è ciò che dalla storia abbiamo imparato?
No, non è per questo, altrimenti lo scorso luglio il Sindaco avrebbe dovuto attaccare anche il Presidente Mattarella che, con il Presidente della Slovenia, ha lanciato un’immagine fortissima: si sono tenuti per mano dinanzi a due luoghi simbolo, la lapide che ricorda l’uccisione dei quattro giovani fucilati nel 1930 perché si opponevano alla “italianizzazione forzata” dei fascisti su sloveni e croati, e il monumento eretto a Basovizza per ricordare le vittime istriane, fiumane e dalmate.
Due luoghi, due sguardi, diversi popoli che si sono trucemente scontrati, azioni da condannare e le cui vittime piangiamo tutt’oggi. Conoscenza e condanna di ogni violenza non sono in contraddizione.
Lo scoop.
A ricordare le atrocità compiute dagli italiani contro gli sloveni ci aveva pensato lo stesso Sindaco ieri, scegliendo la foto della fucilazione di 5 partigiani sloveni da parte di soldati italiani nel villaggio di Dane, il 31 luglio 1942, pubblicata sotto il suo post per la Giornata del Ricordo, dopo i primi commenti e l’articolo online di VeronaSera è stato rimosso il post e ripubblicato con altra foto.
Il dubbio che il Sindaco abbia attaccato gli studenti per coprire mediaticamente il suo errore, talmente grande da far notizia, è un dubbio legittimo.
Resta il fatto che invitare a non studiare questa parte di storia è un errore gravissimo da non reiterare, non è degno del suo ruolo da Sindaco, studiare farebbe bene anche a lei e a chi le segue i social network.
Impari dagli studenti invece di voler dare loro lezione!