Bigon (PD): “Diagnosi e cura della fibromialgia nei Lea, nostra mozione approvata a metà: perché la Regione non può fare la propria parte?”
“Siamo soddisfatti a metà per l’approvazione della nostra mozione su diagnosi e cura della fibromialgia. È doveroso intervenire nei confronti dello Stato affinché venga inserita nei Lea, ma non si capisce perché la Regione non possa prendere un impegno analogo per la propria parte: per una sanità definita in ogni occasione di eccellenza dalla maggioranza è impossibile fare questo passaggio?”. È quanto dice Anna Maria Bigon, consigliera del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, in merito alla mozione (sottoscritta anche dal capogruppo dem Giacomo Possamai, dai colleghi Francesca Zottis e Andrea Zanoni, da Cristina Guarda di Europa Verde e da Arturo Lorenzoni) discussa oggi a Palazzo Ferro Fini e votata per parti separate, bocciando la richiesta di un impegno della Giunta per l’inserimento delle cure della malattia all’interno dei Lea aggiuntivi regionali. “Apprezziamo l’impegno di farsi portavoce nei confronti dello Stato, ma si doveva fare un passo un più, esentando i veneti dal pagamento del ticket”.
“La fibromialgia è una patologia reumatica cronica, caratterizzata da dolore diffuso, astenia e rigidità muscolare, la cui causa è ancora sconosciuta che in Italia colpisce circa 4 milioni di persone, per il 90% donne. Non è possibile che ancora nel 2021 non sia riconosciuta come malattia invalidante, costringendo persone già sofferenti, ad andare in alcuni casi addirittura all’estero per farsi curare. Vari Consigli regionali hanno deliberato affinché esami e terapie siano inseriti nei Livelli essenziali di assistenza aggiuntivi: in Veneto, invece, la maggioranza a trazione leghista non ha avuto altrettanto coraggio”.