IL PUNTO DEL SEGRETARIO
Il “no” della Prefettura a Via Almirante. Ma Verona e Zevio se ne fregano
Non ci sarebbe bisogno di scomodare l’articolo 1 della Costituzione per il quale “la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” per capire che un’amministrazione comunale ancorché “democraticamente eletta” non può ritenersi depositaria della volontà popolare in senso assoluto.
E’ quindi sciocca e irrispettosa delle istituzioni democratiche la pretesa avanzata dal presidente del Consiglio comunale di Verona Ciro Maschio e dall’assessore comunale di Zevio Michele Caneva di fregarsene del parere non favorevole espresso dal Prefetto di Verona Donato Cafagna in merito alla questione dell’intitolazione di una via a Giorgio Almirante.
Un’amministrazione seria non se ne frega delle rimostranze della comunità ebraica veronese, toccata dal fatto che il proprio comune omaggi una figura come Almirante, repubblichino prima, fascista da sempre, nonché promotore del Manifesto della Razza.
Per questa proposta provocatoria e prepotente la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, ha rinunciato alla cittadinanza onoraria che le era stata attribuita dal Consiglio comunale di Verona.
Un’amministrazione responsabile non se ne frega del parere della Deputazione di Storia Patria, che ha bocciato la proposta dell’intitolazione ad Almirante; del parere dei rappresentanti dell’Università di Verona, che in Commissione toponomastica a Verona hanno votato contro la proposta presentata da Fratelli d’Italia; degli appelli delle associazioni partigiane e delle organizzazioni sindacali che ritengono inopportuno tributare omaggi a chi non ha mai rinnegato il fascismo e il collaborazionismo con il regime nazista.
E’ curioso notare che la Legge del 1927, ancora in vigore, che assegna ai Prefetti il potere di autorizzare l’intitolazione di vie, porti la firma di Benito Mussolini. Data l’evidente obsolescenza, prima di formulare il suo parere il Prefetto Cafagna ha chiesto all’Avvocatura Distrettuale dello Stato di fornire dei chiarimenti in merito alla sua applicazione, ricevendo conferma che “pare ragionevole scorgere una prevalente interpretazione giurisprudenziale di portata restrittiva secondo la quale non vi sarebbero margini di considerazione di carattere discrezionale del Prefetto”. Ragion per cui il parere prefettizio esamina soltanto i rischi di turbamento dell’ordine pubblico che una proposta così divisiva potrebbe innescare. La finezza non è stata tuttavia colta dalle maggioranze che amministrano Verona e Zevio, a cui è basta sapere che il parere del Prefetto non sarebbe vincolante. Ma è davvero così?
Come politica e società civile dobbiamo prestare attenzione a provocazioni di questo tipo. Il sovranismo è usato per spalancare le porte a categorie che dovrebbero essere bandite da ogni società civile come xenofobia, razzismo e discriminazione, che stanno permettendo a troppe persone di dichiararsi senza pudore fascista o nazista.
Dobbiamo farlo perché i partiti di destra e quelli sovranisti presenti oggi sulla scena politica sono quasi esclusivamente eredi diretti della tradizione neofascista oppure non hanno nessun imbarazzo a stringere relazioni, anche alle elezioni amministrative veronesi, con i partiti dichiaratamente neofascisti.
Minimizzare sui detriti di fascismo ancora presenti 75 anni dopo la sua fine, riabilitare un passato totalitario incarnato in Italia dal fascismo, apre la strada a un possibile futuro totalitario che dobbiamo tutti contrastare.
Mi chiedo perché ci sia ancora chi si dice fascista e perché, invece, non siamo tutti convintamente antifascisti. Forse, per ripulire una distratta memoria storica nazionale, è stata operata la rimozione dalle coscienze dei delitti che il fascismo ha perpetrato grazie alla connivenza di nostri connazionali, per cui si prova a far prevalere il racconto che il fascismo di crimini non ne abbia commessi.
In un momento storico come questo, testimoniato anche dai tentativi di riscrivere la storia cercando ardite motivazioni per intitolare vie ad Almirante, è indispensabile ricordarci i motivi per cui dobbiamo essere antifascisti.
Maurizio Facincani
Segretario Provinciale