IL PUNTO DEL SEGRETARIO DDL ZAN A PICCO: UNA BRUTTA PAGINA PER LA DEMOCRAZIA ITALIANA

Pubblicato da il 2 Novembre 2021
La vicenda dell’affossamento del Ddl Zan conferma – seppure con tutt’altro ordine di grandezza e di drammaticità di eventi – quanto le dolorose vicende dell’Iraq o dell’Afghanistan ci dicono da anni: non basta piantare un Parlamento per avere una Democrazia. Così come, allo stesso modo, non basta fregiarsi del titolo di Senatore per essere un degno rappresentante della Repubblica Italiana.
Mi chiedo infatti secondo quale concezione democratica sia possibile decidere a scrutinio segreto sui diritti delle persone. E’ vero che la politica è fatta anche di tecnica parlamentare, ma prima di tutto è fatta di persone. E le persone, riunite in partiti o nel gruppo misto, che alla Camera avevano palesato il proprio voto favorevole su una proposta di legge tesa a mettere al riparo dalle discriminazioni le persone Lgbt, al Senato l’hanno tolto nascondendosi dietro al segreto del voto e facendo di fatto abortire la Legge.
C’è chi si è opposto al DDL Zan fin dall’inizio. Lo ha fatto fieramente ma spesso non onestamente. La destra ha raccontato le bugie più assurde sul DDL. Ma c’è un’altra parte di parlamento che pensa di poter votare “secondo coscienza” soltanto quando è coperto dal segreto senza rendere conto delle proprie decisioni ai cittadini. E un’altra ancora che accetta di subordinare decisioni importanti sui diritti delle persone a giochini di palazzo, dando fiato a quanti definiscono questi rappresentanti politici una casta. E’ infatti evidente che l’affossamento del Ddl Zan ha a che fare con gli equilibri politici di fine legislatura, col rinnovo del Presidente della Repubblica, col sistema dei messaggi inviati ai capi dei partiti per piccoli interessi personali. Ma tutto questo non ha niente a che fare con la politica o la tecnica parlamentare. E farlo su una legge che tocca la tutela dei diritti delle persone è spregevole.
C’è anche chi, come La Russa, ha detto che dovremmo prendere atto che in parlamento si è creata una nuova maggioranza. Non so se sia davvero così, ma so che da oggi, come Pd, ci rimettiamo al lavoro con maggiore determinazione per dimostrare che non sono maggioranza anche nel Paese.
 
Maurizio Facincani
Segretario Provinciale