La cultura? A Verona è senza benzina e senza idee, dai musei alle biblioteche
Se, come si evince dalle parole del Soprintendente Tinè, l’amministrazione possiede delle idee o delle proposte per il rilancio del patrimonio culturale della città in vista dell’imminente e ulteriore allentamento delle restrizioni sanitarie, queste finora sono state tenute ben nascoste nel cassetto, ignorando, per di più, che la pianificazione turistica richiede tempo per le prenotazioni e il coinvolgimento delle strutture di viaggio.
Facciamo infatti notare che della Fondazione dei Musei Civici – tra l’altro una nostra proposta della campagna elettorale 2017 – non si è mai discusso in 5 anni e non sarà possibile far partire nulla in questi ultimi mesi di mandato.
Fatta la tara della pandemia, è dal 2017 che cultura e turismo veronesi sono costretti a competere con un braccio legato dietro alla schiena. Ci riferiamo in particolare alla chiusura del Centro Internazionale di Fotografia che non ha alcuna giustificazione al di fuori del disinteresse dell’amministrazione politica comunale. Nulla, infatti, impediva di trovare una sede provvisoria per le mostre fotografiche che rappresentano un linguaggio moderno e attrattivo, come dimostra a Rovigo (che non è Milano, Roma o Parigi) la mostra su Robert Doisneau finanziata da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha fatto in pochi mesi 50 mila presenze e a breve sarà sostituita con una monografica su Vasilij Kandinskij.
Abbiamo già sperimentato con Goldin le mostre in appalto, e abbiamo visto che costano milioni ma, al di là della fiammata di pubblico, non lasciano nulla alla città. Situazione completamente diversa con quelle pensate, organizzate e gestite in “casa”, come Il Mantegna, che permettono ai nostri musei e alla città di crescere. Ma non si può lasciare a secco di risorse la Direzione dei Musei Civici. E non si possono lasciare a secco le biblioteche civiche, che osserveranno per i prossimi due anni l’orario ridotto estivo. Perché la cultura o viene messa a sistema oppure non è.
Non solo non proviamo a spaziare l’offerta turistica al di là dei tre pilatri, Arena, Casa di Giulietta e Museo di Catelvecchio, ma restiamo indietro pure nella valorizzazione dell’anfiteatro più famoso al mondo, del quale i visitatori fruiscono ancora con cartina alla mano come 50 anni fa…
Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Elisa La Paglia, Federico Benini, Stefano Vallani