Nuova aggressione di matrice neofascista
Poco dopo la mezzanotte di lunedì 7 febbraio a Verona si è verificata una nuova aggressione di matrice neofascista. Un uomo è stato violentemente colpito al viso e al corpo da tre persone riportando fratture multiple al naso e contusioni con prognosi di 30 giorni.
L’uomo, 50 anni, si trovava per strada nella zona di un istituto scolastico del quartiere Veronetta dove erano stati affissi degli striscioni e dei manifesti contenenti propaganda neofascista firmati da Blocco Studentesco, organizzazione giovanile affiliata a Casa Pound.
Una residente della zona stava cercando di staccarli dal muro. L’affissione si era evidentemente appena conclusa dato che il materiale era ancora completamente imbevuto di colla. I tre presunti autori – abbigliati in modo conforme ai canoni del loro gruppo di appartenenza – si trovavano poco lontano, e dopo essersi accorti che la donna era intenta a danneggiare i loro manifesti si sono avvicinati minacciandola verbalmente. L’uomo, vista la situazione potenzialmente pericolosa, si era avvicinato a sua volta. A quel punto, uno dei tre neofascisti si scagliava direttamente contro l’uomo prendendolo a pugni, facendolo cadere a terra, ferendolo, e scappando con gli altri due subito dopo.
In questa città le connessioni tra estrema destra e istituzioni sono evidenti e sfacciatamente rivendicate. L’amministrazione comunale sta legittimando e sdoganando come soggetti politici i gruppi neofascisti e le loro ronde notturne di “difesa e controllo del territorio”: sta sistematicamente occultando minacce, intimidazioni e aggressioni portate avanti in nome di una presunta sicurezza pubblica, e minimizza pestaggi in pieno centro e a sfondo politico a danni di chiunque non rientri nei loro canoni.
Ma come dimostra l’episodio più recente, chiunque può finire nel mirino degli squadristi, che possono contare sul tacito consenso di chi amministra la città e ha di fatto deciso di “appaltare” la sicurezza pubblica alle spedizioni punitive e incontrollate dei gruppi di estrema destra.
Quegli stessi gruppi che si ergono a paladini della libertà di espressione arrivando a chiedere la cancellazione della legge Mancino perché, a loro dire, limiterebbe la libertà di opinione, sono poi protagonisti di aggressioni violente contro chiunque ritenga doveroso esprimere un civile dissenso contro i rigurgiti neofascisti.
Non possiamo restare indifferenti di fronte a un’escalation di violenza che ci troviamo a rivivere a pochi anni di distanza dall’assassinio di Nicola Tommasoli. La situazione è diventata ormai insostenibile e questo coacervo di ipocrisia e connivenze tra destra radicale e destra istituzionale merita di essere contrastata attivamente. Da tutta la cittadinanza.
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