Città e campagna: dal dualismo alla scambio reciproco
Il percorso dell’agricoltura veronese verso sostenibilità ed economia circolare
Filiera corta, fattorie sociali, produzioni biologiche e una riduzione generalizzata dell’utilizzo dei prodotti di sintesi: l’agricoltura veronese ha già tagliato di parecchio le distanze con la città ed è pronta a fare un ulteriore passo in avanti in direzione degli obiettivi di sostenibilità e di economia circolare fissati dal Pnrr e dalla nuova Pac (Politica agricola comunitaria), a patto che il movimento sia reciproco e soprattutto governato.
Questo significa saper garantire e valorizzare la provenienza locale, la stagionalità e la salubrità dei prodotti, ma anche approvare la attesa legge sulle produzioni biologiche e i regolamenti di polizia rurale chiamati a regolare l’uso di prodotti chimici nelle aree di confine fra attività agricola e aree residenziali.
Questo il dato “politico” che è emerso dal confronto promosso da Pd Verona con i rappresentanti delle maggiori organizzazioni degli agricoltori veronesi, Coldiretti e Cia e le realtà ormai affermate dei produttori biologici e biodinamici di Aveprobi e il circuito dei Gas, Gruppi di Acquisto Solidale di Verona.
Franca Castellani, vicepresidente Coldiretti Verona, ha parlato dell’inteso lavoro svolto dall’organizzazione nel promuovere la filiera corta, i mercatini a km zero, le vendite dirette e consegne a domicilio, tutte modalità ormai entrate nella normalità della distribuzione dei prodotti agricoli a reciproco vantaggio sia del produttore che del consumatore.
Arianna Cesari, della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) e presidente della fattoria sociale La Margherita di San Giovanni Lupatoto, ha spiegato come sia possibile prendersi cura non soltanto della terra lavorandola con metodi sostenibili, ma anche delle persone svantaggiate inserendole nella cooperativa.
Tiziano Quaini, coordinatore dell’associazione produttori biologici e biodinamici ha sottolineato l’importanza di lavorare sul vantaggio dell’Italia che oggi presenta il 16% della Superficie Agricola Utilizzata coltivata a biologico contro l’8% della media europea. Di qui l’attesa, da parte del settore, per la nuova legge sull’agricoltura biologica e biodinamica, che “ci porterebbe all’avanguardia in Europa”.
Matteo Tedeschi, direttore del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella, ha illustrato il progetto attivato nel 2018 per la riduzione dell’uso dei prodotti di sintesi nella coltivazione della vite. L’adesione è stata significativa ed è necessario continuare a lavorare in questa direzione, ha detto.
Luigi Ugoli, segretario cittadino Pd, nel ricordare la recente e importante innovazione che ha visto inserire in Costituzione la tutela dell’ambiente e della biodiversità, ha assicurato l’impegno del Pd Veronese e dei suoi parlamentari per l’approvazione della legge sulla agricoltura biologica.
Alessia Rotta, deputata Pd, ha sottolineato come la transizione ecologica conferisca agli agricoltori una nuovo ruolo e una nuova responsabilità: non solo quella di produttori del cibo che consumiamo ma anche di custodi dell’ambiente con una funzione importante nel preservare la fertilità dei suoli, il risparmio delle acque, la preservazione della biodiversità.
Mario Gianelli, responsabile del Forum Agricoltura del Pd veronese ha infine ricordato che la nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria) prevede, tra gli altri, gli obiettivi della riduzione del 50% dell’uso di prodotti chimici e di almeno 25% di superficie agricola coltivata a biologico. Gianelli ha poi esposto alcune delle proposte del PD per riconciliare l’agricoltura e la città: garantire prodotti biologici e di stagione nelle mense pubbliche, approvare il Regolamento di Polizia rurale per regolamentare l’uso di prodotti chimici nelle aree di confine con le aree residenziali, promuovere campagne di educazione e formazione al consumo consapevole, regolamentare i mercati a km zero per garantire la provenienza locale, la stagionalità e la salubrità dei prodotti.