Verona e Mantova hanno una maratona in sospeso Il Sindaco Palazzi: “Nostre città più legate di quanto pensiamo. Cominciamo a ragionare in termini di macro-area”

Pubblicato da il 5 Aprile 2022

Chi si ricorda la maratona professionista da Mantova a Verona annunciata nel 2019? Doveva partire da Palazzo Te e arrivare in Arena. Sboarina ne aveva parlato come di “un sogno che si realizza” ed era stata individuata una data: il 2021. Poi, complice il Covid, e forse anche i rimpasti di giunta veronesi, il progetto cadde nel dimenticatoio.
Non però per il Sindaco della città dei Gonzaga, Mattia Palazzi, che ieri sera, ospite degli incontri online del Pd Veronese con gli amministratori delle città contermini, ne ha parlato come di un “tema aperto” portandola ad esempio di collaborazione possibile tra le due città “che sono più legate di quanto pensiamo, anche se a volte ci guardiamo ‘un po’ così’…”.

Stimolato dal Responsabile Enti locali Pd Verona Fabio Segattini e dal Segretario cittadino Luigi Ugoli, Palazzi ha parlato anche di possibili sinergie sulla qualità delle acque (“perché tutto quello che accade nel Garda poi ce lo ritroviamo qui”) e sul turismo: “Noi siamo molto più piccoli, e Verona ha l’Arena, eppure dal turismo del Garda la vostra città riesce a tirare fuori meno di quello che potrebbe”.

Il problema principale, ha sottolineato Palazzi, sono i trasporti. Pur parlando da fiero socio delle “città del Sud” dell’Autobrennero, Palazzi ha sottolineato come sia “incredibile che non esista ancora un collegamento ferroviario rapido che in circa 25 minuti consenta di essere da Verona a Mantova e viceversa”.
Tale deficit, come notato dalla consigliera regionale Anna Maria Bigon, pesa gravemente anche sul rapporto tra le due università, essendo di ostacolo alla mobilità degli studenti.
Come poi osservato dal Segretario provinciale Pd Verona Maurizio Facincani, la svolta potrebbe arrivare dalla realizzazione del collegamento ferroviario con l’aeroporto Catullo.
Palazzi si è detto “fortemente interessato” a queste opportunità, tanto che “recentemente abbiamo approvato in Consiglio comunale un documento che chiede proprio il collegamento diretto con il Catullo. Subito dopo però si tratta di capire in quale stato si trovi il Catullo dal punto di vista delle compagnie che lo utilizzano” ha aggiunto.

Il Sindaco di Mantova, assieme al Senatore Vincenzo D’Arienzo, ha poi invitato a ragionare in termini di macroarea, a partire dalla logistica “per la quale non esistono i confini amministrativi, e il Porto di Valdaro completa l’offerta presente nella macroarea in termini di multimodalità: acqua, ferro, gomma, aria”.
Lo stesso dicasi nella lotta all’inquinamento: il civismo coltivato da tantissime amministrazioni del nord Italia, da Verona e Torino, può essere il motore di un progetto ambizioso: “Se ragioniamo in termini di comuni singoli – ha ragionato Palazzi – ci sono elementi di opportunità che ci possono mettere insieme. Il tema su cui non abbiamo mai provato a lavorare è proprio sulle politiche di macroarea. Su alcuni temi ambientali come la qualità dell’aria è possibile fare una battaglia nazionale facendo lobby sul Governo nazionale e sull’Europa per ottenere incentivi su riscaldamento, mobilità elettrica, mobilità pubblica, infrastrutture”.

Alle domande del deputato Diego Zardini e della Segretaria del Primo Circolo Pd Alessandra Salardi sulle politiche culturali del Comune di Mantova, che vedono nel Festival della Letteratura un fiore all’occhiello, Palazzi ha esposto la sua filosofia che mira a tenere insieme opportunità per i turisti e per il territorio: “Il festival della Letteratura che facciamo da 20 anni, nato da un’iniziativa della cooperativa librai e oggi gestito da una impresa sociale, è ogni volta occasione per la città di guardarsi allo specchio e rigenerare parti che non sono all’altezza”. Ma il vero orgoglio dell’amministrazione Palazzi è la splendida villa rinascimentale di Palazzo Te, che riesce ad attrarre oltre ai turisti anche gli stessi mantovani, in particolare giovani. “Perché un mantovano dovrebbe tornarci? Siamo partiti da questa domanda, e oggi dentro ai saloni, oltre alle mostre (nessuna delle quali da 100 mila presenze, non ne abbiamo le possibilità) abbiamo anche sale di lettura, sale studio e spazi dove fare e ascoltare musica. Una volta all’anno ci portiamo a dormire i bambini delle materne con gli educatori che leggono loro le favole, un’esperienza unica, potente”. E i numeri danno ragione agli sforzi e all’inventiva: dai 128 mila ingressi iniziali, Palazzo Te ha toccato il picco di 250 mila nell’anno di Mantova capitale della Cultura, il 2016, attestandosi successivamente sempre sopra ai 200 mila.

Link al video integrale:  https://www.youtube.com/watch?v=RrELA0lMDZk