Modello Zaia? Tra un ticket e l’altro il centrodestra veronese è diventato un autobus

Pubblicato da il 7 Aprile 2022
Tra un ticket e l’altro il centrodestra veronese più che una coalizione di governo per la città sembra diventato un autobus, dal quale si sale e si scende a seconda delle convenienze.
Lo stesso Sindaco Sboarina, che all’inizio del suo mandato giurava di essere un civico, è nel frattempo salito sul pullman della Meloni dal momento che le intese con la Lega salviniana si erano trasformate da vino in aceto, basti ricordare l’ostruzionismo leghista alle ipotesi di alleanze strategiche tra Agsm e la lombarda A2A che ha costretto a riparare sulla seconda scelta di Vicenza. 
E anche l’attuale rinnovata intesa con i leghisti veronesi non è fondata su una visione comune di città, bensì su una preventiva spartizione del potere, un super manuale Cencelli da opporre all’alleanza civica di centrosinistra. Se queste sono le premesse…
Modello Zaia? I veronesi avrebbero potuto essere grati al Sindaco Sboarina se almeno una volta, in cinque anni, avesse speso una parola soltanto sulla terribile situazione della medicina territoriale veronese e veneta, che vede decine di migliaia di concittadini privi di medico di base e di servizi. Ma con Zaia si è appannata perfino la stella delle eccellenze ospedaliere, come ha tragicamente dimostrato il caso citrobacter.
Il programma delle nuove case della comunità rischia di restare un contenitore vuoto se la Regione non sopperisce alla drammatica mancanza di figure professionali, medici e infermieri in primis.
In verità le uniche opere di rilievo all’orizzonte sono tutte dovute a fondi statali, come la Variante alla Statale 12 e i finanziamenti del Pnrr.
Nella sua campagna elettorale Sboarina si fregia del titolo di città olimpica e paralimpica, ma che cosa ha fatto, di tasca propria, per preparare la città a questo evento? Qual è la situazione sull’eliminazione delle barriere architettoniche in città?

Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd