L’erba del vicino: incontro con gli amministratori Rovereto Il segreto del Mart e la “veronesità” della nuova manifattura tabacchi
C’è più Verona nell’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto che in quella di Verona. In effetti, mentre negli spazi dell’ex opificio veronese si lavora alla realizzazione dell’ennesimo mega albergo privato con conservazione di alcuni brani di archeologia industriale, la cittadina trentina sta portando avanti un progetto di polo tecnologico che riprende in mano il destino dello storico sito produttivo nel quale trova posto anche Centro di Ricerca Sport Montagna Salute (Cerism) gestito dall’Università di Verona che con Trento svolge anche un corso di laurea magistrale in Scienze dello Sport e della Prestazione Fisica.
Ne abbiamo parlato qualche giorno fa con la vicesindaca di Rovereto Giulia Robol nell’ambito del ciclo di incontri con gli amministratori dei territori contermini organizzati da Fabio Segattini, responsabile Enti Locali del Pd Veronese in collaborazione con la Segreteria cittadina di Luigi Ugoli.
Ma questo dell’ex Manifattura tabacchi è soltanto uno dei tanti paradossi che emergono dal confronto con la cittadina del Trentino, piccola ma dal grande peso specifico, che molto meglio di Verona è riuscita ad affrontare anche il processo di deindustrializzazione del territorio ricavandosi un ruolo importante nel panorama nazionale e non solo con la realizzazione del Mart, ad oggi tra i più importanti musei di arte contemporanea del Paese. Micol Cossali, assessore alla cultura del Comune di Rovereto ha spiegato che il Mart è stato una “risposta alla domanda di identità che la città formulava contestualmente ai cambiamenti economico-sociali” ed ha illustrato come si sia arrivati a questo risultato nel giro di appena 20 anni partendo dal lascito dell’artista Fortunato Depero, esponente del movimento futurista che anche a Verona conta importanti esponenti il cui ricordo è però limitato alle targhe delle vie che sono state dedicate nel corso del tempo.
Certo, Rovereto ha potuto contare sulle risorse della Provincia autonoma di Trento, ma alla base di questi successi e di queste innovazione c’è innanzitutto una visione e una idea di città.
Nel confronto con il Pd veronese, rappresentato dal Segretario cittadino Luigi Ugoli, dal Segretario provinciale Maurizio Facincani e dai parlamentari Alessia Rotta, Diego Zardini e Vincenzo D’Arienzo, è emerso che Verona non è certo da meno come capacità di mobilitazione di risorse ma esiziale è stato l’errore delle ultime amministrazioni di centrodestra che hanno completamente rinunciato a dare una indicazione di sviluppo alla città.
E’ per questa mancanza di visione che oggi ci troviamo con Castel San Pietro ancora vuoto; la ghiacciaia degli ex Magazzini Generali destinata a fare da sfondo ad una iniziativa commerciale anziché al Polo culturale; gli ex Tabacchi occupati da un albergo e tutti i nodi viabilistici irrisolti lungo l’asse di penetrazione Sud della città, come notato anche dal Sovrintendente Tinè che recentemente ha additato l’orribile cavalcavia di viale Piave che farà da sfondo agli ex Magazzini Generali e alla stessa ex Manifattura Tabacchi.
Complicato ma non impossibile recuperare i 15 anni perduti. Ma bisogna ripartire al più presto con una nuova progettualità. Il centrosinistra abbraccia questa sfida.