Delinquenza giovanile effetto anche di famiglie abbandonate e servizi insufficienti
L’aumento dei reati commessi dai giovani e giovanissimi veronesi registrato dalla Questura di Verona si rispecchia nel relativo deserto di servizi di prevenzione del disagio giovanile e di sostegno alle famiglie che caratterizza il nostro territorio.
Parallelamente al peggioramento della condizione materiale di molte famiglie, che tra problemi di lavoro e aumento del costo della vita fanno sempre più fatica a far quadrare i conti e tenere insieme le relazioni, nel post pandemia sono cresciuti di molto anche gli accessi ai servizi socio-sanitari i quali tuttavia non riescono a soddisfare la domanda a causa di una cronica carenza di personale.
In Veneto il numero di psicologi e di educatori in servizio presso i Serd e i Consultori è ben al di sotto della media nazionale e comunque insufficiente a seguire le famiglie che fanno il passo di chiedere un aiuto. Tali carenze non sono più sostenibili: Comune e Regione devono fare ciascuno la propria parte per aumentare l’offerta di servizi.
Un altro elemento spesso trascurato quando si parla di disagio e delinquenza giovanile è la rigenerazione urbana che i fondi del Pnrr sta promuovendo con delle potenzialità che non si vedevano da decenni. Al di là dell’intervento sulla singola palestra, ci si deve chiedere se i Comuni stiano facendo tutto quanto è necessario affinché l’intervento edilizio sia accompagnato anche da una progettualità di inclusione sociale come è nello spirito e nella lettera del Pnrr, che non è pensato per risolvere i problemi delle amministrazioni comunali ma delle comunità coinvolte.
Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd