Sul drug test Fratelli d’Italia hanno la memoria corta, Quando ne avevano la possibilità non l’hanno applicato
La memoria corta dei consiglieri di Fratelli d’Italia, che oggi sono tornati a proporre il drug test ad eletti e nominati, è a dir poco stupefacente.
Il 14 febbraio 2019, su proposta del consigliere Paolo Rossi, il consiglio comunale aveva già approvato quasi all’unanimità dei presenti una mozione che impegnava Sindaco e Giunta ad “attivare un protocollo d’intesa con l’Ulss 9 Scaligera per consentire di raccogliere su base volontaria test antidroga con riferimento ai componenti della Giunta e del Consiglio Comunale”. La mozione prescriveva inoltre che “il dato venga pubblicato sul sito del comune assieme agli altri elementi caratterizzanti il profilo dell’amministratore”.
Come altre decine di proposte dell’allora maggioranza sboariniana, anche questa mozione è rimasta lettera morta.
Non solo: un anno dopo, nel febbraio 2020, al tempo in cui il centrodestra si era inventato l’idea di fare il drug test a tappeto nelle scuole superiori della città, come Pd avevamo proposto un alcol-test per saggiare la lucidità dei consiglieri prima che essi mettessero piede in Consiglio comunale, ma anche questa proposta venne lasciata cadere nel vuoto dall’allora maggioranza.
Allora Padovani, Polato e compagnia, si decidano: quello delle dipendenze è un tema serio che non va strumentalizzato a fini di propaganda politica. Perché non hanno applicato la loro stessa mozione quando ne avevano la possibilità? Perché tornano a chiedere la stessa cosa oggi? Per essere credibili, bisogna predicare bene e razzolare altrettanto bene.
Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona