A San Bonifacio le due (già) ministre della Sanità Maria Pia Garavaglia e Beatrice LORENZIN per parlare della salute che verrà
Nel parterre praticamente tutto al femminile dell’incontro che si è svolto a San Bonifacio in una serata organizzata dal circolo Pd a sostegno della candidatura dell’Assessore al Sociale Anna Maria Sterchele all’uninominale del Senato (presenti onorevole Alessia Rotta, pure candidata e la vicepresidente della commissione sanità Regionale Annamaria Bigon), si è svolto un incontro e confronto tra due donne che hanno presieduto il “dicastero della Sanità”, come si chiamava al tempo di Maria Pia Garavaglia e della Salute al tempo di Beatrice LORENZIN, candidata al senato nel collegio plurinominale.
Garavaglia ha parlato dell’eredità lungimirante della sanità veneta, prima in Italia nei 43 anni di vita del nostro sistema nazionale ad aver riunito servizi sanitari e servizi sociali, ma anche dei punti persi in tempi recenti in Veneto.
Nel rispondere alla necessità di presidi di prossimità e diffusi sul territorio, Garavaglia ha ricordato le risorse disposte dal Pnrr per ospedali di comunità pari a 30 miliardi. E criticando chi pensa di dover cambiare il piano che ci garantisce una sanità pubblica di questo livello, ha tuonato: ”Chi ha mandato a casa il governo Draghi ha rinunciato al prestito del Mes che avrebbe garantito a tassi vantaggiosissimi altre risorse per la sanità”.
Beatrice LORENZIN nel passaggio di testimone sul palco e al ministero ha ripreso il filo del discorso: “La sanità deve essere una priorità nell’agenda politica del Paese e non vogliamo che dopo il Covid torni ad essere la Cenerentola dei finanziamenti. Salute vuol dire sicurezza nazionale, eliminare le diseguaglianze, promuovere la stabilità sociale. Per farlo nel programma del Partito Democratico ci impegnamo a tenere il fondo sanitario nazionale stabilmente al 7%”.
“Con il ministro Speranza abbiamo investito 10 miliardi sulla sanità pubblica e dobbiamo cercare di mantenere questo standard, arrivando a spendere quanto in proporzione al PIL investono i nostri colleghi francesi o tedeschi per garantire ai nostri cittadini accesso alle terapie in tutto il territorio. Ma quello che abbiamo in mente è anche una grande riforma del personale sanitario, con più assunzioni e salari adeguati anche in riferimento alla qualità della vita di chi lavora, ad esempio, nei pronto soccorso o chi è nella medicina generale”.